Classificare gli impianti sportivi cittadini per evitare che il Flaminio venga considerato alla stregua di un normale campetto di calcio. La Commissione Sport del Comune di Roma ha iniziato da qualche giorno ad analizzare gli impianti di proprietà di Roma Capitale. Obiettivo: stabilire dei criteri di classificazione per gestire correttamente le gare per l’affidamento delle concessioni e i successivi rapporti con i concessionari. Il lavoro si sviluppa attorno allo schema realizzato da Andrea Novelli (COGISCO), due anni di riunioni tematiche oggi racchiuse in una relazione da cui partirà il dibattito in Commissione Sport.
Nella bozza sono ipotizzate varie tipologie d’impianto, in primis i “grandi impianti per l’intrattenimento sportivo”, quelli di grandi dimensioni e dotati di servizi abilitati anche allo svolgimento di manifestazioni agonistiche di interesse nazionale ed internazionale con la presenza di pubblico pagante. (Esempio: Stadio Flaminio, Palazzetto dello Sport, Bowling Brunswich, Ippodromo delle Capannelle). In secondo luogo gli “impianti di tipo A”, quelle strutture che hanno almeno tre spazi per l’attività sportiva e un altro di supporto e siano in possesso anche di una tra le seguenti caratteristiche: tribuna omologata, foresteria con almeno 20 posti, attività commerciali e ricreative. Poi di seguito tutte le altre strutture – suddivise per tipologia e complessità dell’impianto – che arrivano fino alla lettera “F”, quelle che hanno semplicemente uno spazio per le attività e uno spogliatoio. A ogni tipologia dovrebbe corrispondere poi la competenza – della giunta o del dipartimento – e la durata della concessione.
“Dovremo verificare parecchi aspetti, tra cui i servizi che costituiscono un’importante fonte di sostegno economico alla gestione degli impianti – spiega Angelo Diario, presidente della Commissione Sport – ne discuteremo durante la prossima seduta dedicata al nuovo regolamento e ai criteri di valutazione delle offerte.” (Giacomo Di Stefano)