Immaginiamo cosa accadrebbe se, sulla ciclabile Tuscolana di Roma, qualche attivista delle due ruote mettesse un tappeto rosso su un furgone o un’auto indebitamente in sosta sulla ciclabile. Litigi, insulti, cittadini divisi tra chi sosterrebbe la provocazione e chi – tratto molto tipico nel rapporto tra romani e mobilità – giustificherebbe la doppia fila: “ l’automobilista sta lavorando, non ci sono i parcheggi, in bici non va nessuno” e via discorrendo.
Ma in Germania – dove la cultura della ciclabilità è più sviluppata ma dove non mancano episodi di inciviltà – questa iniziativa c’è stata e a portarla avanti è stata Zweirat, un’associazione di ciclisti di Stoccarda che lotta per avere una città più rispettosa delle due ruote. Battaglie fatte di richieste al comune ma anche di iniziative di guerriglia urbana (pacifiche e non violente) come quella del tappeto rosso messo sulle auto in doppia fila:
Un’iniziativa del genere– intelligente e originale – può servire a un duplice scopo: far notare alla cittadinanza quanto sia ingiusto e innaturale parcheggiare un veicolo ingombrante su una pista dedicata alla bici e far provare un senso di vergogna all’automobilista, che forse la volta successiva eviterà di occupare uno spazio nato proprio per separare le macchine dalle biciclette.