Ogni giorno decine di interventi per spegnere incendi boschivi o anche solo di sterpaglie per lo più dolosi. In due mesi e mezzo – dal 15 giugno, inizio del piano antincendio boschivo, al 31 agosto – i vigili del fuoco ne hanno portati a termine 8.636 solo a Roma e provincia. In 76 giorni. Ovvero 113 ogni 24 ore, quattro ogni sessanta minuti. Un record che non ha precedenti, nemmeno con il 2014 o il caldissimo 2003, oppure con l’anno scorso, quando nello stesso periodo il comando provinciale di via Genova è stato chiamato in azione 4.316 volte. In pratica la metà del 2017. Così scrive il Corriere della sera.
Un’estate nera, quindi, infuocata, che nemmeno la pioggia caduta già due volte in pochi giorni sulla Capitale potrà far dimenticare. Nel Lazio poi la situazione non è andata certo meglio, al punto che la regione è schizzata a sorpresa in testa alla classifica di quelle maggiormente colpite dai roghi, addirittura davanti a Sicilia e Calabria, che di boscaglia in fiamme purtroppo se ne intendono: 14.939 gli interventi dei pompieri (il 15 per cento circa degli 88.790 svolti su tutto il territorio nazionale), in media 196 al giorno, con una netta prevalenza sul territorio immenso della provincia di Roma, dove due donne – Ines Scrocca e la figlia Rosanna Schianchi – hanno perso la vita il 7 agosto scorso alle porte di Tivoli, uccise dalle fiamme che avevano circondato il loro casolare, risparmiando il marito della seconda vittima.
Una tragedia annunciata per molti, visto che in diverse occasioni si è rischiato grosso, con il fuoco arrivato a lambire palazzi, scuole – anche asili -, uffici, caserme, ospedali e centri di accoglienza per migranti. Come non ricordare quello che è successo fra Morlupo e Capena, con i sindaci costretti a chiudere il centro storico per motivi di sicurezza, il fuoco che minacciava gli edifici, le villette, e non solo quelle isolate, ma interi complessi residenziali, dove gli abitanti sono usciti in strada con i tubi per innaffiare le piante per contrastare i focolai e salvare le loro case.
Nel 2016, sempre a livello regionale, gli incendi domati dai pompieri erano stati «appena» 7.136. Una stagione difficile da affrontare ma pur sempre in linea con le medie degli ultimi anni. Questa volta invece non è stato così. Il 2017 ha fatto segnare una decisa inversione di tendenza favorita sicuramente dalla quasi totale mancanza di precipitazioni (a Roma non è piovuto dal 19 maggio, per 105 giorni di seguito), dalla siccità che ha portato anche a gravi problemi di rifornimento idrico, e sicuramente dall’azione degli incendiari. Particolarmente colpita la provincia di Frosinone, tanto che dai tremila ettari andati in fumo di inizio agosto nel Lazio si è passati a quasi settemila, ma un prezzo salato è stato pagato anche da Viterbo, Rieti e Latina.