BARCACCIA (p.zza di Spagna) e NUMBS (v. Mario de’ Fiori) sono le new entry della settimana. Non c’è un principio ma soprattutto non si intravede una fine. La serie interminabile delle chiusure per “gravi carenze igieniche” dei locali in centro suscita rabbia, timore e ribrezzo. Non più soltanto i clamorosi blitz delle ASL su quintali di merci avariate (e quasi sempre destinati “altrove”) ma anche il nostro piccolo quotidiano viene intaccato. La sosta al bar: cappuccio e brioche, tramezzino e spremuta, insalatona e gelato…tutto da rimettere in discussione.
Dagli antri celati delle cucine e dei magazzini può uscire di tutto. A volte capita, passeggiando, di vedere le porte “dei retri” aperte: brigate (tralasciamo la N) di cucina sciatte, sporche, sigaretta accesa, fusti di olio innominati, latte di vari cibi che nessuno MAI comprerebbe per casa, pentoloni e piatti a mucchio.
Ed è li che si annida la BLATTA. 4.000 specie. Si muove nell’ombra, predilige gli angoli umidi e tiepidi, ha grande capacità riproduttiva, è molto resistente ai normali prodotti insetticidi.
Il popolo dei NOI salutisti convinti e attenti, vegetariani/vegani, che “studiamo” le etichette dei cibi da mettere nel carrello, noi predicatori del bio e del km 0, scivoliamo piacevolmente quando si tratta di “mangiare un boccone fuori”. Quasi più nessuna certezza su indirizzi e menu. Nella pietanza amica e gustosa si potrebbe nascondere un’insidia, comunque una spiacevole sorpresa.
Ma perchè tanti nasi arricciatti e tanto disgusto? Noi, dopo mesi di Expo e di file sul decumano, di corsa all’assaggio della locusta fritta, di consapevolezza che tutto il mondo ha diritto al cibo, proprio noi ci schifiamo per qualche scarafone, un ratto, un po’ di muffa o un prodotto scaduto da mesi e anni?
Via signori, Roma è all’avanguardia. Da qui, dai tanti Gusto, Barcaccia, Numbs, parte il futuro dell’alimentazione! A ben guardare, effettivamente, un rimprovero agli illuminati esercenti va fatto: non avere MAI il coraggio di riportare con esattezza TUTTI gli ingredienti del piatto che abbiamo scelto...(anna ricca)
“Il mare a perdita di vista, senza una terra all’orizzonte, sotto la cappa affocata del cielo, appariva nero come l’inchiostro, e di una lucentezza funebre; una quantità sterminata di blatte, tanto fitte da non lasciar occhieggiare l’acqua di sotto, lo copriva per tutta la sua distesa. Nel gran silenzio s’udiva distintamente il rumore dei loro gusci urtati dalla prua. Lentamente, a fatica, la nave poteva avanzare, e subito le blatte si richiudevano sul suo passaggio. ” Il Mar delle blatte Tommaso Landolfi (1939)