La chiusura del Caffè Greco preoccupa la Polonia

Lo storico Caffè Greco di Roma fu ritrovo di artisti e intellettuali polacchi. Ma anche di tanti gruppi artistici della Città

L’Ambasciata di Polonia a Roma ha espresso, in una nota, la propria preoccupazione per la possibile chiusura dell’antico Caffè Greco e ha lanciato un appello affinché venga trovata una soluzione perché “questo locale storico, colmo di opere d’arte e memorie comuni legate anche alla cultura polacca, non scompaia dalla mappa della Città Eterna“.

Ci rendiamo conto della pressione del mercato e degli inevitabili cambiamenti legati ai trend socio-economici, ma crediamo che esistano valori universali che vanno difesi e che non possono essere sostituiti da benefici materiali e calpestati per ragioni economiche.

Le rappresentanze estere a Roma avevano già rivolto un appello al ministero della Cultura italiano chiedendo di intervenire per salvare lo storico Caffè in via dei Condotti e sottolineando come non sia concepibile che un locale colmo di opere d’arte, luogo di incontro dei più grandi artisti degli ultimi duecento anni, possa scomparire dalla mappa della città a causa dei problemi legati all’affitto del locale.

In particolare il vice primo ministro e ministro della cultura polacco Piotr Gliński ha inviato il 27 giugno 2019 al ministro dei beni e delle attività culturali Alberto Bonisoli e al sindaco di Roma Virginia Raggi una lettera nella quale chiedeva che venissero intraprese azioni volte a preservare il Caffè Greco. Lettere rimaste ancora senza risposta.

L’Antico Caffè Greco, fondato nel 1760, luogo preferito dei turisti e degli artisti di molte nazioni, fu il ritrovo prediletto di molti artisti e intellettuali polacchi. Secondo alcuni storici di cultura polacca, fu il poeta Adam Mickiewicz – l’icona del Romanticismo polacco – a rendere famoso il Caffè Greco tra i connazionali.

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