L’altra Roma-Viterbo: biglietterie fantasma e treni soppressi

Sicurezza, organizzazione e treni inaffidabili. I disservizi dell’FL3 che porta da Roma a Viterbo passando per Cesano.

Stazione di Cesano FL3

Un collegamento decente tra Roma e la Tuscia non s’ha da fare, né domani, né mai. E’ necessario scomodare la celebre frase manzoniana per capire la maledizione che aleggia sulla Roma-Viterbo.

 

Da un lato c’è la Roma-Civitacastellana-Viterbo (anche nota come Roma–Nord), fonte inesauribile di disagi e problemi raccontati da Radiocolonna in numerose occasioni. Dall’altro c’è l’FL3, che da Roma porta al capoluogo viterbese ma passando per Cesano, conosciuta anche come la Roma-Capranica-Viterbo. Una linea storica, nata a fine Ottocento, quasi quarant’anni prima della Roma Nord che ha visto la luce nei primi anni Trenta. Una ferrovia che – nonostante i continui disagi – in questi anni non ha ricevuto la giusta attenzione mediatica.

 

Ma vediamo nel dettaglio quali sono i problemi principali della Roma-Cesano-Viterbo.

 

LE BIGLIETTERIE

 

Quello delle biglietterie è uno degli aspetti più grotteschi della tratta. “Da tre settimane la biglietteria di Bracciano risulta aperta, ma quando si arriva in stazione è tutto chiuso – racconta a Radiocolonna Francesca Giansanti Ramponi, pendolare dell’FL3 – il disagio è notevole: quella di Bracciano l’unica biglietteria ‘umana’ attiva tra Oriolo, Manziana e Anguillara”.

La Regione Lazio come fa a tollerare un simile disservizio da parte di RFI?

“Si avvale del contratto di servizio che non prevede penali in casi di questo genere” precisa Ramponi.

 

Le penali si applicano invece sui ritardi oltre i 60 minuti, quantificati non dai pendolari ma da Trenitalia. Secondo la pendolare – attiva nel denunciare i disagi della tratta su una pagina Facebook – la tattica consiste nel sopprimere la corsa piuttosto che farla ritardare oltre l’ora.

“Una volta è partito un treno con un numero, ma magicamente è arrivato a Valle Aurelia un convoglio differente – racconta – che fine ha fatto il primo? Soppresso e sparito nel nulla”.

 

TRENI

 

Non va meglio sul fronte dell’affidabilità meccanica dei treni. La loro manutenzione è modesta ed è frequente che le porte non si aprano e che ci si fermi nel nulla. Come nella stazione abbandonata di Crocicchie, nota nel cinema italiano per aver ospitato la Stazione di Frittole in “Non ci resta che piangere”. In molti casi – raccontano i pendolari –  il caso ha voluto che proprio Crocicchie fosse teatro di vari guasti tecnici, in un punto senza strade e con la rete telefonica totalmente assente.

 

SICUREZZA

 

La sicurezza delle stazioni continua ad essere uno dei problemi più seri delle ferrovie locali. Lo è anche sull’FL3, con una vicenda inquietante che ha riguardato proprio Francesca Giansanti Ramponi. Nel novembre 2014 sono stata aggredita da tre uomini alla stazione di Valle Aurelia, la cosa incredibile era l’ora: le 3 del pomeriggio – confida la pendolare – ho fatto regolare denuncia e a salvarmi è stata la prontezza. Se fosse accaduto a una persona anziana cosa sarebbe successo?”.

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