Avevano costruito un’ala di una scuola senza fondamenta, poggiando la struttura al suolo. Un lavoro che serviva a risparmiare i costi perché l’appalto era stato vinto presentando un’offerta al ribasso e completamente fuori mercato. E’ accaduto nell’istituto scolastico Alfredo Aspria a Sperlonga, sul litorale pontino, e due imprenditori di Formia, Pietro e Francesco Ruggeri, padre e figlio, sono finiti in manette nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Procura di Latina e condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo e dai militari della compagnia di Terracina. Un’indagine che nasce da una costola dell’inchiesta Tiberio, legata alla corruzione e ad appalti truccati, che a gennaio del 2017 aveva già portato all’arresto di dieci persone, tra cui il sindaco di Sperlonga Armando Cusani, ora libero e tornato a ricoprire la carica di primo cittadino.
I carabinieri hanno accertato che il sistema di appalti truccati aveva interessato anche i lavori di ampliamento del plesso Aspri di Sperlonga e quelli per la palestra del Liceo Fermi di Gaeta. L’inchiesta nasce dall’appalto per il complesso archeologico di Villa Prato a Sperlonga, finito al centro della prima indagine. La ditta DR costruzioni presentò un’offerta al ribasso del 20%, una delle più vantaggiose. Ma i due imprenditori non sapevano che quell’appalto doveva essere assegnato a qualcun altro. I titolari della DR vennero quindi invitati a ritirare l’offerta e in cambio gli venne data la possibilità di vincere le altre due gare.
Ad occuparsi della pratica era Isidoro Masi, già finito agli arresti, ex responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Sperlonga ed ex funzionario del settore Politiche della scuola della Provincia di Latina. A Masi i due imprenditori avevano elargito denaro, attraverso bonifico bancario e cessione diretta di contanti. Ma per vincere la gara per i lavori di ampliamento della scuola di Sperlonga la ditta DR era stata costretta a presentare un ribasso ulteriore rispetto a quello già praticato da altre concorrenti. La ditta era fuori di circa 380mila euro, ma il funzionario del Comune aveva garantito all’impresa una perizia di variante di aumento che avrebbe consentito, in corso d’opera, di recuperare le spese. Con l’arresto di Masi a gennaio del 2017 il meccanismo però si era bloccato e la DR costruzioni, che si era aggiudicata l’appalto, decise di avviare i lavori risparmiando sui costi e sui materiali. Le fondamenta, che dovevano essere di almeno un metro e mezzo, non vennero realizzate e le traverse del solaio, che avrebbero dovuto essere spesse di almeno 22 centimetri, risultavano di appena 12 centimetri.
“La scuola era destinata a crollare addosso ai ragazzi – ha spiegato il colonnello Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dei carabinieri – Era ancora un cantiere, ma abbiamo fermato tutto prima che potesse entrarci qualcuno”. Con lo stesso metodo i due imprenditori erano riusciti ad ottenere anche l’appalto per l’ampliamento della palestra del Fermi di Gaeta, offrendo una ricompensa a Masi in qualità di funzionario della Provincia. Nel caso di Gaeta però non risultano elementi che possano far dubitare della stabilità della struttura, perché alla gara aveva partecipato solo la ditta di Pietro e Francesco Ruggeri. I due sono ora in carcere a Latina, mentre il cantiere dell’ala del plesso di Sperlonga è finito sotto sequestro.