Ultimi giorni di febbrili trattative tra i partiti per definire programmi, alleanze e liste dei candidati in vista del voto del 4 marzo che, nella nostra regione, sarà un vero e proprio “election day” in quanto i cittadini saranno chiamati alle urne non solo per rinnovare Camera e Senato, ma anche per eleggere il nuovo consiglio regionale ed il suo presidente.
Ma mentre i cinquestelle ed il Pd hanno definito da tempo chi sarà il loro candidato alla presidenza: Roberta Lombardi per i primi, Nicola Zingaretti per il centrosinistra, il centrodestra è ancora impantanato nella scelta del suo aspirante “governatore” e intanto si avvicina il termine per la presentazione della candidatura (tra il 30° ed il 29° giorno antecedente la data di svolgimento delle elezioni).
In verità Silvio Berlusconi ha indicato da tempo il suo uomo, ovvero Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, un passato nelle file del Msi-Dn e di An, poi Pdl ed infine Fi. Il leader degli azzurri vuole infatti che sia un esponente del suo partito a competere per la presidenza della Regione Lazio in quanto in Sicilia ha dovuto accettare Nello Musumeci, vicino a Fdi (poi eletto), ed in Lombardia, dopo la rinuncia di Roberto Maroni, si è inchinato di fronte alle richieste della Lega di candidare l’ex sindaco di Varese, Attilio Fontana.
La candidatura di Gasparri però non decolla ancora perché il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, con la sua lista dello Scarpone, intende concorrere per la presidenza, se possibile nell’ambito del centrodestra, altrimenti da solo. Nel contempo l’esponente azzurro non vorrebbe rinunciare al paracadute della rielezione in Parlamento se non dovesse farcela per la regione (il che, per Berlusconi, sarebbe in partenza un segnale negativo dato agli elettori). Il fatto è che il centrodestra, che a livello nazionale sembra avere, in base ai sondaggi, un certo vantaggio su M5S e centrosinistra, nel Lazio non ha vita facile. Infatti, se andiamo a vedere i risultati delle elezioni amministrative che negli ultimi due anni hanno coinvolto vari comuni, tra i quali Roma, i grillini hanno riscosso quasi un voto su due espressi dagli elettori. Anche se dati in leggero calo, una eventuale flessione non indebolirebbe molto la candidatura della Lombardi. Ma anche Zingaretti, soprattutto se riuscirà a chiudere l’accordo con il LeU di Pietro Grasso, sembra viaggiare con il vento in poppa. Quindi il candidato governatore del centrodestra, per poter vincere, deve non solo essere un personaggio di spessore, ma deve anche poter contare sull’unità della coalizione che lo appoggerà e sulla compattezza dell’elettorato di riferimento. In questa ottica, con Pirozzi in campo, la battaglia elettorale sembra essere persa in partenza.
Forse anche per disinnescare questa mina, Giorgia Meloni, leader di Fdi, ha indicato quale possibile candidato Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera del suo partito (Pirozzi ha detto più volte che si ritirerebbe solo se scendesse in campo la Meloni stessa, ma forse accetterebbe questa proposta).
Situazione di stallo, quindi, per ora, nel centrodestra, mentre i giorni passano ed il termine per la presentazione della candidatura a governatore si approssima.
E più tardi si decide, più tardi partirà la sua macchina elettorale, con conseguenze inevitabili sulle scelte dell’elettorato.