Una città “che combatte” ma ancora lontana dal vincere la battaglia. L’hanno descritta così, Roma, questa mattina alla Camera di commercio, dove lo staff del presidente Lorenzo Tagliavanti ha tracciato un quadro delle imprese di Roma e provincia. Ancora convalescenti, ma certamente fuori da quel tunnel che ne ha fatto sprofondare l’economia e la produttività per oltre cinque anni.
Bisogna partire da una certezza, che è anche quella condivisa dallo stesso ente di Piazza di Pietra. E cioè che Roma potenzialmente non ha nulla di meno delle altre capitali europee che però, a differenza della Capitale, hanno saputo valorizzare meglio il loro patrimonio, attraverso infrastrutture, trasporti, mobilità e telecomunicazioni. Per questo, come ha ricordato lo stesso Tagliavanti, Roma gode ancora di una certa fiducia da parte delle imprese, che continuano a proliferare nel tessuto economico.
Al 31 dicembre 2015 le imprese registrate presso la camera di commercio risultano infatti 478.189, ovvero il 7,9% del totale nazionale. Roma dunque si conferma la prima provincia d’Italia per numero di imprese registrate. Non solo, a fine del 2015 il tasso di crescita delle imprese romane si attesta al 2%, a fronte di un dato medio nazionale pari al +0,7%. In pratica, Roma e dintorni continuano a risultare un ecosistema tuto sommato favorevole agli imprenditori. Anche i giovani talenti sembrano riporre le proprie speranze nell’economia capitolina. Sempre secondo l’analisi di Piazza di Pietra infatti, al 2 maggio 2016 si contano a Roma 492 start up innovative (8,7% del totale Italia), con un ritmo di crescita che sfiora il 50% annuo, contro il 43,3% nazionale.
Ma la fiducia delle imprese non è infinita, anzi la pazienza potrebbe finire molto presto in mancanza di robusti correttivi al ciclo economico da parte delle istituzioni. Il presidente Tagliavanti ha infatti sottolineato la necessità di “ ricostruire un nuovo modello economico considerando che quello che ha arricchito Roma non esiste più ed il futuro della città non può essere la sopravvivenza”.
“Il quadro presentato”, ha aggiunto ancora Tagliavanti, “ci mostra un sistema delle imprese romane che continua a crescere, sopratutto nel periodo della crisi e questo dimostra che c’è una città che combatte. Spesso sono i giovani, le donne, gli immigrati, le cosiddette fasce deboli a fare impresa: una parte importante della città sceglie la formula dell’impresa perché combatte per la creazione proprio reddito”. (Gianluca Zapponini)