Non è una città di per disabili. Bisogna parafrasare il celebre film del fratelli Coen per rendere l’idea di cosa significhi avere problemi di mobilità e affidarsi ai mezzi pubblici di Roma.
Laura Coccia è una ragazza con problemi motori che da anni si batte per i diritti dei disabili anche dallo scanno di Montecitorio, dov’è stata parlamentare nella scorsa legislatura.
Ieri Laura ha cercato di prendere la metro nella stazione di Giulio Agricola per andare a vedere Lazio-Sampdoria allo Stadio Olimpico.
Sulla Tuscolana i primi segnali che non sarebbe stata una giornata facile: il montascale esterno non funziona, tutto fermo:
L’equivoco si verifica anche all’interno della stazione di Giulio Agricola, con un secondo montascale fermo che inizia a mettere in serio dubbio la presenza di Laura allo stadio.
Ma lei non demorde e riesce a prendere la metro e ad arrivare a Ottaviano. Disguidi risolti?
Neanche per sogno. Lì, con un traffico di turisti mostruoso che farebbe supporre e sperare in un’attenzione maggiore all’accessibilità di tutti, si verifica il secondo intoppo: montascale interno anche qui non funzionante.
A un’ora e mezza dall’inizio del calvario, Laura è quasi arrivata alla meta e per raggiungerla deve affidarsi al bus che porta verso l’Olimpico. E qui, dulcis in fundo, l’autobus non ha la pedana:
Sembra incredibile che una grande Capitale europea non faciliti la vita a chi, per varie motivi, già ce l’ha complicata a causa della mobilità ridotta. L’episodio raccontato qui è solo una goccia nel vaso dei disagi vissuti dai disabili ogni giorno. A Roma e non solo.