“Mi ero accorto di quello che mi succedeva intorno? Negli ultimi mesi più volte ho chiesto ai miei più stretti collaboratori: ma a chi stiamo dando fastidio? Perché c’è una violenza così forte contro questa amministrazione? Quali interessi abbiamo colpito?”. Così Ignazio Marino, sindaco di Roma, in un’intervista pubblicata dal quotidiano “Il Messaggero” in edicola oggi, commenta l’inchiesta della Procura di Roma che ha portato alla luce una vera e propria Associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “Mafia Capitale”.
Nell’ambito della maxi operazione condotta dai carabinieri del ros e illustrata in conferenza stampa ieri dal procuratore capo Giuseppe Pignatone sono state arrestate 37 persone per associazione mafiosa tra cui l’ex terrorista dei Nar, Massimo Carminati (Il Nero della Banda della Magliana) ritenuto il capo della cupola mafiosa, l’ex ad dell’ente Eur, Riccardo Mancini e Franco Panzironi (ex amministratore delegato Ama). Tra gli indagati a piede libero (circa 100) anche l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno e il capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio, Luca Gramazio. Secondo quanto si è appreso gli investigatori hanno proceduto anche alla perquisizione della casa dell’ex primo cittadino, oltre agli uffici di diversi consiglieri in Campidoglio e alla Pisana.
“Inizio a intravedere che evitare qualunque contatto con chiunque non rappresentasse la parte più sana della città ha impensierito chi aveva costruito quel metodo di lavoro, scientifico e criminale, che indagini del procuratore capo Pignatone portano alla luce. Deve essere la magistratura a risolvere i problemi che abbiamo in casa? I miei continui colloqui con il procuratore, dai problemi di Ostia e del litorale al trasporto pubblico locale, hanno dato un contributo, anche se le inchieste non spettano certo a noi”, ha aggiunto Marino.
Agli indagati gli inquirenti contestano a vario titolo associazione a delinquere, estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori riciclaggio.