“Per guardare avanti non bisogna voltarsi indietro. Dove mi vedo tra dieci anni? Mi sa ancora in tv, per un motivo o per un altro, ma spero in piedi”. Manuel Bortuzzo non ha perso il sorriso e la voglia di lottare per realizzare i propri sogni. Sono passati 39 giorni da quella notte in cui il 19enne nuotatore è rimasto paralizzato agli arti inferiori dopo essere stato ferito nel quartiere Axa, periferia sud di Roma. È stato colpito da un proiettile che non era indirizzato a lui e che gli ha provocato una lesione del midollo. Per il tentato omicidio sono stati arrestati due ragazzi di Acilia, Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano. “Disposto ad incontrarli se me lo chiedessero? Anche no, non mi cambierebbe niente, ma se li avessi davanti penso che mi metterei a ridere perché non ha senso quello che hanno fatto” sottolinea Bortuzzo, tornato per la prima volta dall’aggressione nel Centro Federale di Ostia nel quale si allenava e dove stava costruendo il suo avvenire sportivo. “Non si tratta di perdonare o meno. Io semplicemente non do loro nessun peso, li lascio perdere – aggiunge l’atleta veneto accompagnato al Polo Natatorio dai genitori Franco e Rossella, e dal presidente della Federnuoto, Paolo Barelli -. Cosa gli vuoi dire a quella categoria di persone? Si commentano da sole… Possono farci quello che vogliono di loro. Io a gente così forse l’unica cosa che posso dire è che forse dovrebbe capitargli quello che è successo a me per capire bene le cose”.
A Manuel insomma non interessa chi lo ha costretto sulla sedia a rotelle, in mente ha altro. “Voglio tornare come prima. Il mio obiettivo era partecipare alle Olimpiadi e non è cambiato: se tutto andrà bene ci andrò. Non penso alle Paralimpiadi, voglio prima vedere dove posso arrivare”. Dopo il ricovero all’ospedale San Camillo lo stanno seguendo medici e fisioterapisti specializzati della Fondazione Santa Lucia. Nel centro di riabilitazione Bortuzzo ha già avuto la possibilità di tornare in piscina.
“Non sentivo le gambe in acqua ed è stato strano, poi quando mi sono immerso completamente è sembrato tutto normale – ricorda -. L’acqua è tutto, ti senti libero a nuotare, non hai pensieri”. Quelli negativi però ogni tanto tornano a galla. “Sinceramente non mi ricordo nemmeno di quando mio papà mi ha detto che non avrei più camminato, fatico a ricordarmi la prima settimana passata in ospedale – confessa Manuel -, ma se mi capitano dei momenti di sconforto mi ripeto che ce la posso fare. Quello che dicono gli altri non mi interessa, io so quello che sento e che provo. Il percorso è lungo ma ho cominciato alla grande, sento che siamo sulla strada giusta”. Bortuzzo è proiettato al domani. La notte in cui tutto è cambiato non lo ha cambiato.
“La mia vita è completamente diversa, ma solo dal punto di vista fisico. Sono sempre lo stesso, il sorriso c’era prima e c’è adesso. Certo non muovo le gambe, ma avrei potuto sbattere la testa e magari non essere più me stesso” spiega il nuotatore rivelando di aver visto il filmato in cui gli sparano: “Ma non ho mai maledetto quel momento. Non sono arrabbiato e non ho rimpianti. Doveva andare così ed è andata così. Non ha senso ripensarci, non cambia la situazione e ti fai solo del male. Quello che è successo però mi ha reso più forte e sicuro”. E non lo ha spinto a lasciare la Capitale.
“Non ho mai pensato di andarmene, anzi vorrei comprare casa. Roma mi ha tolto tanto ma penso che mi darà anche tanto – conclude Manuel -. Sto bene qua, ho gli amici e la morosa, Martina. Abbiamo passato in un mese quello che la gente non passa nemmeno in una vita”