Marino: verso superamento campi rom

Ad Announo su La7, si mantengano da soli o se ne vadano

Il sindaco di Roma Ignazio Marino mette la faccia sulla delicata questione dei rom: basta illegalità, il piano dell’amministrazione è quello di seguire le direttive europee verso il superamento dei campi nomadi, ha dichiarato il primo cittadino intervenendo al programma Announo, su La7, dove ha incontrato in diretta una rappresentanza dei residenti di Tor Sapienza (esasperati anche dai furti compiuti nel quartiere dai rom)

“L’ho sempre detto: o si mantengono da soli e lavorano o se ne vanno. Non è accettabile spendere milioni di euro per tenere le persone in veri ghetti. Bisogna separare le persone per bene che aspirano ad avere una vita e che sono assolutamente integrate, queste persone devono avere gli stessi diritti. Io credo che vada fatta una distinzione tra la situazione dei migranti e l’illegalità che si vede nei campi rom: quelle persone devono essere cacciate dal nostro Paese o messe in prigione”, ha detto Marino.

“Il nostro piano è quello del superamento dei campi rom. La soluzione si sta studiando nell’ambito dell’Unione europea, perchè non è solo un problema nostro ma anche di altre città europee (Bercellona, Madrid, Vienna). La soluzione è offrire la possibilità a queste persone di andare in luoghi di autocostruzione, dove si possano recuperare edifici in disuso, e permettere di lavorare e di mandare i bambini a scuola, e non a insegnare a delinquere”, ha aggiunto.

“Non è facile. Ci vogliono delle idee in testa. Noi ce le abbiamo e andremo oltre, e ve lo dimostreremo con i fatti”, ha detaffermato ribadendo che a Tor Sapienza, teatro delle rivolte anti-immigrato, “la sensazione era che quella sera a sbarrare la strada, a dare fuoco ai cassonetti e a lanciare pietre e bombe carta non erano i residenti”. Secondo il sindao, “C’erano gruppi di persone organizzate, incappucciati. Non credo dentro il mio cuore che i cittadini siano dei razzisti o dei violenti ma solo persone esasperate”, ha concluso: “Voglio distinguere tra i cattivi e gli esasperati”. (gc).

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