Marra, ecco le chat che lo inchiodano

L’ex braccio destro della Raggi si definiva su whatsapp “L’uomo più potente dell’amministrazione capitolina”. Marra, per ora, rimane a Regina Coeli

Giuseppe Scarpa per La Repubblica Roma

 

«L’uomo più potente» dell’amministrazione capitolina. Si definiva così Raffaele Marra. Era questo il suo biglietto da visita da spendere con l’immobiliarista Sergio Scarpellini e mettere così, a disposizione del costruttore la sua funzione al vertice del comune di Roma. Marra, l’ex braccio destro del sindaco Virginia Raggi, rimarrà a Regina Coeli anche perché è ancora uno che conta, ritengono i giudici del Riesame.

«È vero infatti – si legge nelle 23 pagine delle motivazioni depositate ieri – che Marra in ragione della consolidata rete di rapporti instaurati all’interno delle amministrazioni locali, in cui è presente da anni ai massimi livelli, è certamente in grado di compromettere l’ulteriore attività di acquisizione documentale». Regge perciò l’accusa formulata dalla procura per corruzione: «I motivi per cui Marra ha chiesto e Scarpellini ha erogato l’importante somma (un totale di 367mila euro, per l’acquisto nel 2013 di una casa in via dei Prati Fiscali, ndr) risiedono nel mercimonio della funzione che il dirigente pubblico ha accettato di fare in cambio di denaro».

I giudici proseguono e sottolineano che «sin dal 2009 Marra si è messo a libro paga dell’immobiliarista». D’altro canto è lo stesso Scarpellini a precisare ai pm il motivo del prestito alla moglie di Marra, da 367mila euro, per l’acquisto della casa in via dei prati Fiscali. «Io l’ho aiutato (Marra, ndr) perché stava in quella posizione (braccio destro del sindaco, ndr).All’usciere non l’avrei fatto», il prestito.

Una pratica, quella di elargire favori ad altri personaggi di peso, a cui Scarpellini ricorreva spesso come ha confessato ai pm: «Non sono mai stato io ad offrire gli appartamenti in comodato gratuito o a proporre sconti. Sono sempre stati gli altri, per lo più uomini politici o funzionari pubblici a chiedermi dei favori, ed io, per avere la loro disponibilità ho sempre accettato». Ecco allora che l’ascesa irresistibile dell’ex finanziere al fianco del sindaco Virginia Raggi, in qualità prima di vice capo di gabinetto e poi di capo del personale, era un’occasione troppo ghiotta per l’immobiliarista. L’uomo di fiducia del primo cittadino era nella mentalità del costruttore il suo cavallo di Troia da muovere dentro la giunta grillina.

L’ex finanziere era un uomo al quale la sindaca dava retta. Gli accertamenti dei carabinieri di via in Selci dimostrano esattamente questo. Le indagini dell’Arma hanno, infatti, dimostrato non solo che il capo della segreteria politica della Raggi Salvatore Romeo si rivolgeva a Marra chiamandolo “capo”, ma anche che lui si era fatto da tramite, durante la campagna elettorale per far arrivare alla candidata pentastellata una serie di consigli. Sulle strategie per vincere le elezioni e anche, durante il ballottaggio, su come rispondere a Roberto Giachetti, suo avversario nella corsa a sindaco.

Insomma, secondo il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Barbara Zuin, Marra era uomo di fiducia della prima cittadina. Tanto che, nel suo cellulare sequestrato il 16 dicembre scorso, giorno dell’arresto per corruzione dell’ex vicecapo di gabinetto, Raggi è memorizzata in rubrica con il nome “mio sindaco”. Come a rivendicare il merito di averla forgiata. Un contributo, il suo, che Virginia Raggi apprezza parecchio: è lo stesso Romeo a dire a Marra, dopo la vittoria, che la sindaca gli ha riferito che «tutti gli assessori se lo litigano per averlo come capo di gabinetto».

Gli scambi via WhatsApp tra Marra e Romeo sono piuttosto frequenti. Nella chat tra i due, i carabinieri hanno trovato uno schema con una nuova ripartizione dei dipartimenti comunali, che l’ex capo del personale chiama “macrostruttura”. Effettivamente, la Raggi, a inizio novembre, ha firmato le delibere che danno il via alla rotazione dei dirigenti e ridefiniscono la riorganizzazione della macchina amministrativa del Campidoglio. Si chiama proprio “macrostruttura”.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014