Una folta platea e lunghe code per strappare un’intervista oppure un selfie, gag e video degni di cortometraggi d’autore. La sesta stagione di Masterchef Italia, che torna su Sky Uno a partire da giovedì 22 dicembre, è stata presentata a Milano in grande stile, come del resto ci si aspetta da uno dei programmi televisivi più seguiti: più di 1,2 milioni di spettatori che salgono a oltre due milioni se si considera la fruizione in differita e un tam tam sui social network impressionante.
Ad attirare non è solo il format ma anche i suoi spumeggianti giudici: Bruno Barbieri, Carlo Cracco, Antonino Cannavacciuolo e Joe Bastianich. Molto uniti, molto complici, ma “non siamo i Pooh”, hanno scherzato nel corso della conferenza stampa. Per di più gli autori promettono un programma sempre più “impegnato”, dove i protagonisti possano dare “il buon esempio”, consapevoli di una quota crescente di pubblico giovane – che tra l’altro si riflette pure in una maggiore affluenza negli istituti alberghieri.
E allora ecco arrivare per i concorrenti la doggy bag con gli avanzi di quanto si è cucinato, con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema degli sprechi alimentari, cui fra l’altro è dedicata una rubrica fissa settimanale su MasterChef Magazine. Poi, come nelle precedenti stagioni gran parte degli alimenti non utilizzati viene donata ad associazioni benefiche milanesi: nel corso della stagione che andrà in onda da giovedì sono stati ridistribuiti più di settemila chili di frutta e verdura, oltre mille chili di carne e quasi 600 chili di latticini.
Qualche anticipazione? Le concorrenti donne sono sempre “più aggressive”, parola di Barbieri, ma soprattutto c’è, in generale, “più ambizione” e “voglia di lavorare”, più consapevolezza che fare il cuoco non è impresa da poco ma che con passione e costanza “si può anche cambiare la propria vita” ha aggiunto Bastianich.
Ad aprire le porte sarà un casting di 150 aspiranti chef di fronte alla Stazione Centrale di Milano, cento dei quali potranno accedere ai live cooking. Per le prove in esterna si girerà lo Stivale e per la prima volta si uscirà anche dai confini nazionali per sposare le tradizioni culinarie di Grecia e Spagna.
Oltre alle anticipazioni sulla nuova stagione (“Tutto positivo, di qualche pecca ne parlerò solo a stagione finita” ha confidato Cannavacciuolo”), i quattro chef hanno anche fatto il punto sui rispettivi progetti in cantiere. Carlo Cracco è reduce dall’apertura di un ristorante a Mosca e ora è pronto a trasferirsi in Galleria Vittorio Emanuele, dove si è aggiudicato uno spazio su tre piani, mentre Garage Italia – il progetto milanese in tandem con Lapo Elkann – dovrebbe aprire all’inizio del prossimo anno.
Barbieri ha invece appena aperto il Bistrot Borghetti a Bologna e “ora stiamo chiudendo un progetto a Miami, ma ho anche allo studio un progetto di catering”.
Bastianich è il manager del gruppo ed è diviso tra le strutture di sua proprietà e gli investimenti in Eataly, che macina nuove aperture, mentre Cannavacciuolo sta “aprendo il secondo a Bistrot a Torino, un format grazie al quale do la possibilità a chi lavora con me di crescere e, una volta pronto, di gestire da solo un locale”. Ma per lo chef napoletano è il momento di guardare anche oltre: “Sto valutando di aprire aprire dei ristoranti all’estero”.