La procura vuole che si torni a chiamarla Mafia Capitale. Le difese sperano in assoluzioni o sconti di pena sostanziosi, anche per i principali imputati, Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. E’ il processo d’appello al Mondo di Mezzo che si aprira’ il 5 marzo a Roma, il giorno dopo le elezioni politiche, nel quale i pm contesteranno di nuovo l’accusa di associazione mafiosa, caduta in primo grado con la sentenza del luglio scorso. Che pure ha condannato ‘il Nero’ a 20 anni di carcere e il ras delle cooperative sociali a 19 anni. Sara’ il secondo round del processo che a Roma ha fatto storia.
Il dibattimento si celebrera’ davanti alla Terza Corte d’Appello presieduta da Claudio Tortora, la stessa che nel 2016 fece cadere l’aggravante della modalita’ mafiosa nei confronti di alcuni appartenenti alle famiglie criminali Fasciani e Triassi. In appello l’accusa sara’ rappresentata dai sostituti procuratori generali Pietro Catalani e Antonio Sensale, affiancati dal pm Luca Tescaroli, gia’ nel pool della procura in primo grado. Il processo si svolgera’ nuovamente nell’aula bunker del carcere di Rebibbia.
Ventotto gli imputati, per 19 dei quali la procura chiedera’ la condanna per associazione mafiosa. A luglio scorso i giudici della Decima Sezione presieduta da Rosanna Ianniello inflissero 41 condanne (5 le assoluzioni) per circa 250 anni di carcere; la procura ne aveva chiesti 500. Fu riconosciuta l’esistenza di due autonome associazioni a delinquere – una di Carminati-Buzzi, l’altra solo del primo – ma non mafiose.
La procura di Roma guidata da Giuseppe Pignatone ha fatto ricorso e punta tra l’altro su recenti pronunce della Corte di Cassazione che annullano sentenze d’appello in cui era caduta l’accusa di mafia per le nuove forme di criminalita’ “a bassa potenzialita’ intimidatrice”. Il 26 ottobre la Sesta sezione della Cassazione ha riaperto il processo al clan Fasciani di Ostia; il 10 novembre la Seconda sezione ha dato ragione al Procuratore generale di Venezia che chiedeva condanne per mafia per un clan moldavo (sentenza con esplicito riferimento al caso di Massimo Carminati).
Si profila una battaglia giuridica fino alla Cassazione e forse oltre. L’appello per il Mondo di Mezzo – dal nome dell’inchiesta del Ros Carabinieri – vedra’ anche il ritorno sulla scena di Carminati, che dal regime carcerario di 41 bis per i mafiosi dopo la sentenza di primo grado e’ stato trasferito nella prigione di Oristano in regime di massima sicurezza, piu’ blando. Con lui e Buzzi di nuovo alla sbarra, tra gli altri, ex politici locali, imprenditori, manager pubblici e privati.