L’ultimo caso è di ieri: l’elefante dell’obelisco in Piazza della Minerva deturpato da qualcuno che ha deciso di appendersi, o di colpirlo, forse ubriaco, forse semplicemente troppo cretino per capire che cosa stava facendo. L’intervento di ricostruzione della zanna costerà tra i 1.500 e i 2.000 euro. Poca cosa, certo. Ma chi non ha rispetto della storia, chi non ha rispetto dei monumenti, non può essere considerato un essere umano, ma un primate – con tutto il rispetto per scimmie e scimmioni – che ha nella giungla incontaminata il suo habitat naturale.
Non è certo il primo caso di vandalismo ai danni dei monumenti di Roma. Basti pensare alla torma di tifosi olandesi che, forti dell’assenza di controlli, hanno spadroneggiato nel centro storico a febbraio dello scorso anno. Ubriachi, molesti, chiassosi, hanno deturpato la Barcaccia. Caso vuole che anche quel monumento, così come l’obelisco, fosse stato realizzato da Lorenzo Bernini. E che dire della fontana di Piazza Navona, presa a martellate da uno squilibrato in una domenica mattina qualunque.
Forse che dinanzi a tanta bellezza intelligenze scarse si spengano definitivamente? Non è da escludere, se si pensa ai tuffi estivi usando come trampolino la coda dei mostri marini che adornano la fontana. Qualcuno decise di concedersi un’immersione con cacciavite sempre alla Barcaccia. E il Pincio? Le teste degli illustri padri della cultura sono oggetto di vandalismi da anni. Nel silenzio, colpevole, delle istituzioni. Chiudiamo con il Colosseo, da sempre oggetto preferito degli idioti di ogni nazionalità: chi scrive un messaggio all’amata sulle mura dell’anfiteatro Flavio non è divertente od originale: sta solo certificando, una volta di più, il suo tasso, elevatissimo, di stupidità. (Marco Scotti)