“Tutto quello che si é detto é falso, il cuore del donatore era perfetto”. Così i medici dell’ospedale San Camillo di Roma, in conferenza stampa in merito al caso dell’uomo morto dopo un trapianto cardiaco. “Il paziente deceduto era un paziente critico, era un uomo di 61 anni, diabetico, più volte ricoverato per scompenso cardiaco grave. Le complicanze del trapianto, che purtroppo possono avvenire – hanno spiegato i medici – non sono dovute al cuore trapiantato”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore del Centro Nazionale trapianti (Cnt) Alessandro Nanni Costa:”Il cuore trapiantato nell’uomo che è deceduto dopo un trapianto, dalla coronarografia era risultato normale, cioè nelle condizioni di essere trapiantato. La documentazione è a disposizione degli inquirenti. Il donatore aveva auto un arresto cardiaco in una piscina – ha detto – ma successivamente aveva ripreso a battere normalmente”. I danni cerebrali ne avevano però causato la morte. I controlli avevano poi verificato la normale funzione cardiaca ed il trapianto è avvenuto nei tempi stabiliti.