Mps, Governo vara fondo di garanzia

Il consiglio dei ministri ha approvato la creazione di un fondo da 20 miliardi che tutela al 100% i risparmiatori

Mps è salva. E questo è un punto su cui bisogna, comunque la si pensi, festeggiare. Sono salvi i posti di lavoro, sono salvi soprattutto i risparmiatori che verranno garantiti al 100% grazie all’istituzione di un fondo di 20 miliardi da parte del governo a sostegno delle banche in difficoltà. La decisione, arrivata dal consiglio dei ministri, fa dello stato il principale azionista dell’istituto di credito senese, al 62% del capitale. Come si è arrivati a questo punto?

La banca nei giorni scorsi aveva cercato di raccogliere sul mercato 5 miliardi di euro tramite un aumento di capitale con adesione volontaria all’offerta di scambio dei bond subordinati in azioni. Un’operazione che era riuscita anche meglio del previsto, visto che erano stati raccolti 2,6 miliardi di euro. Il problema è che è mancato il cosiddetto “soggetto forte”: si era immaginato che il Qatar – interlocutore privilegiato fin dalla prima fase – potesse mettere sul piatto almeno un miliardo, ma così non è stato.

Per questo motivo, nella giornata di ieri il governo ha varato un decreto d’urgenza che, secondo Equita Sim, fa dell’esecutivo il primo azionista dell’istituto di credito con il 62% del capitale. Il decreto prevede la conversione obbligatoria dei subordinati istituzionali in azioni, anche se non si sa ancora quale sia il prezzo utilizzato per convertire il valore nominale delle obbligazioni in equity; la salvaguardia per i 2 miliardi di euro di bond subordinati retail che vedranno concambiati i titoli con obbligazioni senior di nuova emissione acquistati dal Tesoro; la creazione di un fondo da 20 miliardi di euro per ricapitalizzazioni precauzionali, nel caso di deficit patrimoniale derivante da scenario avverso di stress test.

In base ai calcoli di Equita, l’entità complessiva della ricapitalizzazione di Mps ammonta a 6,6 miliardi di euro. Oltre ai 5 di aumento di capitale puro, infatti, non è stato coinvolto il fondo Atlante nel finanziamento della bad bank, quotato 1,6 miliardi di euro.

Il titolo – che ieri era caduto del 7%, era stato sospeso per eccesso di volatilità, aveva riguadagnato quanto perso prima di crollare in finale di seduta – oggi è stato sospeso, come annunciato da Borsa Italiana. Questo perché si tratta di un momento particolarmente delicato nella pluricentenaria storia dell’istituto senese che non può rischiare di finire, ancora una volta, nelle grinfie degli speculatori.

Che cosa succederà adesso al sistema bancario? È questa la domanda che si stanno ponendo gli analisti e gli addetti ai lavori, che cercano di capire se Mps rappresenti un’eccezione o una regola e se dovremo attenderci, nei prossimi mesi, altri interventi di questo tipo. L’amministratore delegato di Unicredit, Mustier, ha recentemente dichiarato che l’istituto di credito da lui guidato non ha bisogno di alcun intervento pubblico perché sta recuperando tramite cessione di asset non core business tutta la liquidità necessaria per aumentare la propria solidità patrimoniale. Vedremo.

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