Ballano seminude in reggiseno e slip. Ammiccano, provocano e sculettano. Qualcuna mostra anche il viso o il seno. Sono italiane e hanno un’età compresa fra i 10 e i 16 anni. Altre sono addirittura più piccole. Gli show, mostruosi e seriamente preoccupanti, vanno in scena su Musical.ly, il servizio di social network per la creazione e la trasmissione di video musicali. In teoria, le performance in playback, dovrebbero essere giocose e divertenti ma non tutte ne hanno compreso la finalità ludica. C’è anche un sistema di messaggistica che consente di raggiungere gli iscritti ed è fin troppo chiaro, vista la presenza dei video osè, quanto il fenomeno possa essere pericoloso. Basti pensare che a maggio dello scorso anno l’applicazione ha superato i 200 milioni di registrazioni con 12 milioni di filmati, caricati ogni giorno.
Ma nei rischi della rete c’è anche dell’altro. Parliamo del “Sexting”. Il termine, derivato dalla fusione delle parole inglesi sex (sesso) e texting (inviare messaggi elettronici), è un neologismo utilizzato per indicare l’invio di messaggi, testi e/o immagini sessualmente espliciti. Il progetto “EU Kids Online”, nel 2009, attraverso delle interviste effettuate a domicilio, ci ha fornito una panoramica di quest’usanza in 25 Paesi. La media europea indicava una percentuale del 15% di adolescenti, fra gli 11 e i 16 anni, che dichiaravano di aver ricevuto messaggi a sfondo sessuale. In UK, la ricerca “Sex Tech”, svelava come addirittura la metà di questi (48%) avesse ricevuto messaggi erotici.
In Italia, uno studio dell’Università La Sapienza “Sexting: una ricerca sul fenomeno, dal punto di vista degli adolescenti”, condotto dalle professoresse Francesca Scandroglio e Cristina Bonucchi in collaborazione con la dott.ssa Patrizia Torretta del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online, ci offre un’indagine cruda, crudele e dettagliata sulla quale ragionare, riflettere e prendere dei provvedimenti.
Il sexting –spiegano – non sempre vede coinvolti due minorenni. In alcuni casi, dietro lo schermo dello smartphone o del computer, si può nascondere un adulto. Ma se è vero che internet e l’utilizzo della tecnologia rappresenta uno strumento imprescindibile dal punto di vista formativo, informativo, didattico e relazionale, allo stesso tempo può indurre i ragazzi a sottostimare le conseguenze delle loro azioni.
Come possiamo proteggere i ragazzi dai rischi della rete, assicurando la maggior tutela possibile ai bambini e agli adolescenti?
Gli interventi possono essere di tipo sanzionatorio o educativo. Nel primo caso ci si sofferma sull’azione in sé, sulla gravità di essa e sulle conseguenze che può provocare alla vittima. In questo modo si focalizza l’attenzione sul “qui e ora”, senza rimandare l’intervento. Adottare la linea del proibizionismo e porre un duro veto a questa pratica non darebbe risultati positivi. La sottrazione del cellulare si è dimostrata, nel tempo, una scelta quasi mai efficace. L’unica soluzione per incidere sul fenomeno è quella di rafforzare delle autentiche azioni di prevenzione coinvolgendo i genitori, i familiari, gli insegnanti e i professionisti dell’infanzia, con lo scopo di creare una rete di sensibilizzazione al problema. E’ fondamentale adottare un atteggiamento di apertura e comprensione, in un clima di ascolto e dialogo. Si deve educare il minorenne a valutare i rischi e i pericoli, fornendogli le competenze e gli strumenti per crescere e maturare in sicurezza. I bambini e gli adolescenti hanno bisogno del web ma deve essere di qualità. Noi adulti dobbiamo accettare che i tempi cambiano e le nuove tecnologie sono parte integrante delle vite dei nostri ragazzi. Forse non li vedremo più le saltare a corda o giocare “a campana” ma rendiamoli più consapevoli. Non lasciamoli da soli a interpretare e simulare i messaggi fuorvianti che arrivano dalla tv, dalla pubblicità e dai mezzi di comunicazione. Soprattutto, insegniamo loro che l’utilizzo del corpo, a qualunque età, non deve mai essere separato dagli aspetti più intimi e profondi dell’individuo. Piccolo o grande che sia.