Niente regolamento, torna lo spettro dei risciò

Il 26 aprile udienza definitiva al Tar: la Giunta non ha mai emanato il provvedimento richiesto e la coop che gestisce i risciò spera di poter tornare a breve in azione

Lorenzo D’Albergo per La Repubblica Roma

 

Il regolamento non c’è e una semplice ordinanza rischia di non passare più il vaglio del Tar del Lazio. Così i risciò potrebbero presto tornare a circolare in centro storico. Finiti prima nel mirino della gestione commissariale del prefetto Francesco Paolo Tronca e poi in quello dell’amministrazione Raggi, sono fermi ormai da più di un anno nelle loro rimesse. Ma presto il via vai lungo i Fori Imperiali potrebbe ricominciare. Già, perché i giudici della seconda sezione hanno già bussato in Campidoglio: «Il Comune presenti un regolamento ad hoc». Ma la richiesta sembra essere caduta nel nulla: il tempo utile (15 giorni) per ricevere il documento è scaduto sabato e alla controparte non è stata notificata neanche una riga. A questo punto le toghe di via Flaminia il 26 aprile, giorno dell’udienza decisiva, potrebbero accogliere il ricorso presentato dalla coop Smart Job.

 

Se così fosse sarebbe annullata l’ordinanza — la seconda consecutiva dopo quella emanata il 21 luglio, la quarta se si considerano anche le due di Tronca — con cui l’inquilina di Palazzo Senatorio lo scorso dicembre ha vietato fino al 30 luglio il «trasporto pubblico o individuale di persone con velocipedi a tre o più ruote». Dal Colosseo a piazza Venezia, da piazza Risorgimento a viale Vaticano, dal Pantheon alle basiliche di San Giovanni e Santa Maria Maggiore, a dicembre i risciò sono stati congelati con una rassicurazione: «L’amministrazione ha avviato una serie di incontri con gli uffici competenti per la redazione di un regolamento».

 

A quattro mesi dall’ordinanza, però, dal Campidoglio a trazione grillina non è arrivato nessun segnale. Così è partito il ricorso presentato dalla cooperativa, autorizzata dal ministero della Giustizia per il reinserimento in società dei detenuti: «Alla scadenza fissata dal Tar — spiega l’avvocato di Smart Job, Valerio Cianciulli — non è stato depositato alcun regolamento. Ora attendiamo la prossima udienza. Le ordinanze firmate dal prefetto Tronca secondo i giudici erano ben motivate. C’era il Giubileo straordinario e l’esigenza di tutelare la sicurezza dei turisti. Ma ora il carattere d’urgenza non c’è più e la proroga della sindaca Virginia Raggi è a nostro parere da sospendere. Per scrivere un regolamento prima servirebbe una legge nazionale che ad oggi non c’è».

 

Un cortocircuito simile si starebbe verificando in Campidoglio sul dossier botticelle. L’anima animalista del M5S spinge da settimane per ottenere il blocco immediato delle carrozze, con un’ordinanza firmata di proprio pugno dalla sindaca Virginia Raggi. Ma il segretariato e l’avvocatura frenano: un atto del genere verrebbe immediatamente impugnato al solito Tar, visto che l’attività è normata dal codice della strada. Anche per i vetturini, allora, bisognerà munirsi di pazienza e buttare giù un regolamento ad hoc.

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