Suicida padre-orco. Aveva abusato per mesi della figlia 14enne

Il caso é emerso dopo il racconto della ragazza in un tema di italiano: "sono stata stuprata da papà”. Stamane l’uomo è stato trovato morto impiccato nella chiesa di Roccasecca

Non ha retto alle accuse, allo scandalo, e si è ucciso. L’agente della polizia penitenziaria di Frosinone, accusato di aver abusato sessualmente per mesi della figlia di 14 anni, si è impiccato all’interno di una vecchia chiesa nel centro storico di Roccasecca.

La famiglia dell’agente ha saputo solo dai mezzi di informazione del suicidio dell’uomo. “La moglie e le cinque figlie sono sotto choc”, riferisce l’avvocato della famiglia Emanuele Carbone. “E’ una vicenda triste con un epilogo ancora piu’ triste – riferisce il legale -. La notizia del suicidio e’ un ulteriore trauma per la famiglia che ora prova rabbia e dolore”.

L’uomo dopo l’allontanamento da casa disposto dal gip di Cassino risiedeva a casa di una parente dove era controllato anche mediante braccialetto elettronico. Una misura che era stata disposta nell’attesa di raccogliere, con un incidente probatorio, la testimonianza della minorenne, residente in un piccolo centro della Ciociaria.

L’indagato, un 54enne, era sospettato di aver molestato in passato anche la figlia più grande, che oggi ha 28 anni. Una vicenda venuta alla luce dopo un tema fatto a scuola nel dicembre scorso dalla ragazzina, che aveva subito spinto il preside a chiedere l’intervento della polizia.

L’orrore cominciava ogni volta che restavano soli in casa. Quando la mamma si allontanava era costretta a vivere l’incubo degli abusi, perpetrati da chi, invece, avrebbe dovuto prendersi cura di lei. Per mesi ha tenuto tutto per sé, poi a scuola ha approfittato di un tema per sfogarsi e raccontare le violenze subite dal padre.

Era stato un compito in classe della studentessa 14enne di Cassino a trasformarsi in una denuncia, grazie alla segnalazione, poi, dell’istituto che ha consentito alla polizia di avviare le indagini e confermare quanto scritto in quel foglio protocollo.

“Non rimanere in casa da sola con papà”, le aveva detto la madre, come emerge dal colloquio avuto dalla donna con la dirigente scolastica, dopo lo sfogo della figlia nel tema. Un avvertimento, come emerge nell’ordinanza del gip, nato da un episodio simile accaduto alla primogenita, oggi ventottenne. In quell’occasione, però, l’uomo aveva promesso alla moglie “che non si sarebbero più verificati fatti analoghi”.

Il comportamento dell’indagato, si legge nell’ordinanza del Gip, “mostra un’indole subdola e manipolatrice, con scarsa capacita’ di controllo dei propri istinti sessuali”. Per il magistrato, inoltre, “le modalità della condotte” e “il contesto familiare in cui sono state poste in essere” fanno propendere “sicuramente per la sussistenza dell’attualitá e del pericolo di reiterazione di condotte analoghe o diverse”.

Il caso è emerso dopo il racconto della ragazza in un tema di italiano con traccia “Scrivi una lettera a tua madre confessandole ciò che non hai il coraggio di dirle”. La ragazzina aveva raccontato di essere stata vittima, in più occasioni, di violenze sessuali da parte del padre, scrivendo “sono stata stuprata da papà, la prima volta fu in un giorno in cui non mi sentivo molto bene e non sono andata a scuola”.

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