In bilico l’ aumento di capitale di 70 milioni. Il disimpegno del Comune, e la presenza di Papa Francesco al Congresso dei Cardiologi a fine mese.
Da una questione tecnica, come il piano di vendita della vecchia Fiera sulla Colombo, il destino della Nuova fiera di Roma è diventato un caso politico che a settembre rischia di aprire scenari imprevedibili e inquietanti per tutta la capitale. Lo scontro fra Pd e M5S non potrebbe essere più aspro. L’ultimo giorno utile per trovare una soluzione è il 28 agosto quando il cda di Investimenti – la capogruppo cui fa capo Fiera spa i cui soci sono Camera di Commercio, Comune e Regione – chiederà ai soci stessi un aumento di capitale di almeno 70 milioni.
Sono necessari, sostiene Investimenti, perché dopo il repentino taglio da 60mila a 44mila metri quadrati delle cubature edificabili nella vecchia area sulla Colombo, il valore economico si è ridotto da 120 a 50 milioni. A queste condizioni, secondo i soci, anche ammettendo che si trovi un compratore, è impossibile utilizzare la vendita della vecchia Fiera per saldare i debiti di 180 milioni con Unicredit e di 32 con i fornitori.
Evidentemente è molto difficile che l’attuale giunta pentastellata, già alle prese con le emergenze rifiuti e Atac, dia la sua quota dei 70 milioni (il comune è socio al 51%) per salvare un progetto che si è trascinato, tra ritardi e polemiche, per dieci lunghi anni, trasformandosi da fiore all’occhiello del “progetto Roma” pensato da Bettini e lanciato da Veltroni, in una spina nel fianco per l’intera struttura economica capitolina. Al punto che i due soci più rilevanti, Comune e Regione, se ne disinteressano quasi con fastidio.
E’ accaduto infatti, a quanto risulta a Radio Colonna, che alla domanda da parte della Fiera di garantire una presenza istituzionale di rilievo in occasione del congresso mondiale dei cardiologi di fine mese, uno degli eventi più importanti mai ospitati dalla Fiera, entrambe le istituzioni non abbiano neanche risposto. I vertici della Fiera si sono allora appellati al Vaticano, che ha spiazzato tutti garantendo nientemeno che la presenza di Papa Francesco, che il 31 agosto andrà personalmente a portare la sua benedizione al congresso. A quel punto, verosimilmente, sindaco e governatore non potranno non essere presenti (ci sarà sicuramente anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin).
C’è ancora un socio nella Fiera, la Camera di Commercio, che però ha ben altro problemi. Proprio il 28 agosto approderà in consiglio dei Ministri una riforma che ridimensionerà draconianamente il ruolo e i finanziamenti delle CdC, per cui l’ipotesi più probabile è che la Camera romana dovrà bruscamente rivedere il suo impegno nella Fiera (oltre a dover uscire da tutte le società partecipate, tra cui Investimenti, Fondazione Cinema per Roma, Fondazione Musica per Roma e Auditorium, il Teatro dell’Opera e iniziative come Altaroma).
Tornando alla Fiera, su di essa incombono anche altri due problemi: intanto il tar del Lazio sta dando ragione ai dipendenti licenziati in un taglio del personale, giustificato appunto dalla crisi. Erano 12 su 74, quattro sono già rientrati e anche gli altri otto nutrono fondate speranze. C’è poi il problema che si sta aggravando della subsidenza di quattro padiglioni su dodici, che necessitano di importanti lavori di consolidamento. Lavori costosi che letteralmente non si sa come pagare. (Giovanni Bollini)