No alle Olimpiadi? Evviva le Olimpiadi. Sono momenti decisivi per la candidatura di Roma ai giochi olimpici del 2024. Giorni, forse ore, che faranno chiarezza su uno dei dossier più controversi – e discussi in campagna elettorale – dei primi tre mesi di amministrazione Raggi. Un tema che vede i cinquestelle divisi al loro interno tra un’area oltranzista – Grillo, Casaleggio e i ‘puristi’ – e una più cauta, attendista, che in queste settimane sta maturando la suggestione di uno strappo con la linea ufficiale a favore dei giochi olimpici: in testa il vicesindaco Daniele Frongia e qualche pezzo del consiglio comunale. Ma oggi quali sono gli scenari possibili sulla candidatura olimpica di Roma?
A) Il ‘NO’ alle Olimpiadi
Nella confusione generale un dato sembra certo: il M5S vorrebbe chiudere la partita prima della partenza collettiva per la festa nazionale del Movimento che si terrà a Palermo il 24 e 25 febbraio. Un appuntamento che – secondo questo scenario – dovrebbe essere anticipato da una conferenza stampa (si parla già di domani, al Flaminio o a San Paolo) dove verrà annunciato l’epilogo della candidatura di Roma 2024. Tutto ciò dopo un incontro in cui Virginia Raggi spiegherà al presidente del comitato promotore Luca Cordero di Montezemolo e al numero uno del CONI Giovanni Malagò la posizione ufficiale del comune. Anche se – nelle ultime ore – s’è fatta strada l’ipotesi di una decisione “autonoma” senza consultare l’istituzione sportiva.
B) La ‘Santa Alleanza’ con altre città italiane
Torino, Genova, Milano, Udine, Verona, Bologna, Firenze, Napoli, Bari e Palermo. Dieci città sparse da nord e sud, con colori politici diversi ma accomunate da un sogno: che le Olimpiadi del 2024 si svolgano in Italia. Potrebbe essere la sinergia con le altre città italiane a togliere l’onere della scelta a una sindaca sempre meno convinta di un ‘NO’ secco alla candidatura romana. La svolta potrebbe concretizzarsi con un niet ufficiale di Roma ma vincolato al parere delle altre città italiane.
C) Il ‘SI’ alle Olimpiadi
E’ l’ipotesi al momento meno plausibile. Uno scenario che vedrebbe la Raggi persuasa da Malagò e Montezemolo sulle conseguenze nefaste che comporterebbe, per Roma, una rinuncia al sogno olimpico. Insomma: fare le Olimpiadi può comportare qualche spreco ma rinunciarci avrebbe conseguenze ben peggiori. Soprattutto per l’accusa di danno erariale cui potrebbe incorrere l’amministrazione nel caso di un passo indietro immotivato. Da qui l’ipotesi di un ‘SI’ con riserva che accetti la sfida a patto che tutti i progetti passino per l’approvazione della giunta e che si stipuli un protocollo chiaro e trasparente con Governo e CONI.
D) Il Referendum
E’ rimasto il vero nodo ancora da sciogliere: referendum sì o referendum no? Nonostante le smentite e l’accoglienza fredda che i vertici 5 Stelle hanno riservato all’ipotesi referendaria, la suggestione c’è e si basa su alcuni ragionamenti che hanno animato Palazzo Senatorio nelle ultime ore. Primo: delegare la decisione – o condividere l’onere – può essere una scelta indolore rispetto a una pronuncia netta su un tema caldo. Secondo: dare la parola ai romani rientra nella mission del M5S: scelte orizzontali, condivise e democrazia diretta. Come possibile data c’è chi parla di un’election day – a novembre – insieme al referendum costituzionale. (Giacomo Di Stefano)