Durissima presa di posizione di Confindustria Lazio sul tema del NO alle Olimpiadi romane. Una contrarietà alla posizione espressa dall’amministrazione guidata da Virginia Raggi basata sui numeri che – secondo Confindustria – renderebbero il niet dannoso per tutta l’economia nazionale. Cinque miliardi e mezzo d’investimenti bruciati, quasi due miliardi che il CIO avrebbe messo a disposizione di Roma, la rinuncia alla crescita del PIL che da qui al 2024 sarebbe potuta arrivare al 2,4% e a 170 mila posti di lavoro in più. Toni battaglieri espressi direttamente dal numero uno dell’associazione di categoria laziale, Maurizio Stirpe, patron del Frosinone che martedì prossimo lascerà l’incarico in Confindustria.
Il malessere di Stirpe rientra nella perplessità collettiva di molte associazioni di categoria romane sull’avvio della giunta pentastellata. Un disagio che percorre varie direttrici, in primis quella della mancata interazione sinora tra Comune e corpi intermedi, una “mancanza di visione” che dopo la parentesi commissariale mette in difficoltà le tante imprese romane in cerca di un interlocutore istituzionale.
Attori presenti e attivi nel tessuto produttivo cittadino che chiedono di sedersi a un tavolo – magari con qualche assessore non ancora nominato – per capire le strategie che verranno adottate nei prossimi anni (gds)