Olimpiadi, dopo il no ecco le opere cancellate

Con l’addio alla candidatura, molti cantieri non verranno aperti

Tra gli aspetti da tenere in considerazione dopo quello che sembra l’addio definitivo ad ogni velleità di organizzare i giochi olimpici del 2024, c’è anche quello dei tanti cantieri che non vedranno mai la luce del sole. Il piano infrastrutturale che era stato realizzato, infatti, non potrà mai essere portato avanti visto che i fondi necessari sarebbero stati sbloccati solo in caso di candidatura. Fermo restando che alcuni cantieri, già approvati, continueranno ugualmente: è il caso della Metro C e della metrotranvia della Musica. La candidatura di Roma avrebbe sbloccato fondi per 2,1 miliardi solo per il rifacimento degli impianti sportivi, insieme ad altri 3,2 miliardi per altre opere infrastrutturali. Vediamo insieme quali saranno le opere che non si faranno.

 

Restyling dello Stadio Flaminio

Lo stadio in cui si disputavano le partite di rugby è destinato a rimanere nell’attuale stato di abbandono. I 20 milioni necessari per la ristrutturazione non sono a disposizione, visto che tutte le opere approvate graveranno sulle casse del Comune. Daniele Frongia, il vicesindaco che ieri era insieme alla Raggi durante la conferenza stampa, ha dichiarato che gli impianti verranno sistemati: “trasformeremo cantieri fatiscenti in occasioni. La città del nuoto di Calatrava diventerà la ‘Vela della Conoscenza’ grazie ad un accordo con l’ateneo di Tor Vergata. Faremo spending review e soprattutto rimoduleremo i prezzi delle concessioni che non saranno elargite per due lire ai soliti noti”.

 

Giovanni Malagò ha però smentito questa versione: “Non è come ha detto Raggi. Per il progetto della città della conoscenza ho parlato con il rettore di Tor Vergata: è stato chiesto un finanziamento alla Bei (la Banca europea per gli investimenti) che però è stato rifiutato”. Gravano ancora sulle casse del comune 400 milioni di euro per le Vele di Calatrava, un’opera che, nonostante i buoni propositi, rischia di rimanere una grande incompiuta.

 

Il raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino

Il Leonardo da Vinci si conferma di gran lunga l’aeroporto più trafficato d’Italia e tra gli hub più importanti d’Europa. Lo scorso anno ha superato i 40 milioni di passeggeri e necessiterebbe di nuove piste per incrementare ulteriormente il volume di flussi. Ma anche in questo caso sembra difficile che questa idea vada in porto.

 

Prolungamento Metropolitana C

La Raggi ha dichiarato più volte che, una volta giunti a Colosseo bisognerà tracciare una linea e decidere che cosa fare. Il progetto originario della Metropolitana C era ben più corposo, ma oggi trovare i soldi per andare avanti – in una città già gravata da 13 miliardi di euro di debiti – sembra sempre più complicato.

 

Città a misura dei disabili

Il presidente del Comitato paralimpico, Luca Pancalli, ha spiegato chiaramente che cosa comporta il no alla candidatura di Roma: “Con il no rischiamo di sprecare un’opportunità storica per rendere la nostra città a misura di tutti”. Le 27 stazioni della Linea A e le 26 della Linea B sono spesso inagibili per le persone disabili. “La Raggi – ha aggiunto Pancalli – ha detto che le Olimpiadi non hanno mai prodotto utili, ma il fatto che a Londra 16.000 persone siano riuscite a uscire fuori di casa, pesando meno sulle casse dell’assistenza statale, può considerarsi utile o no? E avere tre linee metro in più, a misura di portatori di handicap, è utile?”. Chiusura sul centro sportivo delle Tre Fontane all’Eur, che avrebbe dovuto ospitare una parte dei giochi paralimpici. La Raggi ha promesso di riqualificarlo anche senza ok ai Giochi, ma Pancalli ci crede poco: “Sono dieci anni che aspetto interventi ordinari, potrei scriverci un libro…”.

 

Palestre e impianti sportivi

L’ultimo capitolo delle rinunce è quello relativo ai 250 siti, tra palestre, impianti polisportivi e sedi ufficiali per le discipline olimpiche  che non vedranno mai la luce. Dal Campidoglio continua a filtrare la parola “riqualificazione”, ma è un dato di fatto che i 100 milioni che erano stati stanziati per la messa a nuovo delle palestre comunali finiranno nel dimenticatoio.

 

L’addio alle Olimpiadi è uno dei capitoli più dolorosi della storia recente di Roma. Non tanto per l’opportunità, o meno, di organizzare  giochi: spesso e volentieri queste manifestazioni sono state l’origine di molti mali (la Grecia ne è l’esempio più lampante). Ma perché s certifica, definitivamente, che in Italia le cose non si possono fare “per bene” e che il potere delle lobby – vere o presunte – è più forte di qualsiasi desiderio di rivincita. Per una giunta che ha fatto della parola “onestà” il suo cavallo di battaglia, una sconfitta cocente. (Marco Scotti)

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