Olimpiadi, Raggi dice no

Il giorno del sindaco di Roma: no alle Olimpiadi e sgarbo a Malagò

Due conferenze quasi in contemporanea. Da una parte Giovanni Malagò, dall’altra Virginia Raggi. Da un lato il presidente del CONI che s’è presentato all’appuntamento sulle Olimpiadi, dall’altro la sindaca di Roma che ha disertato il meeting. Al centro il NO alle Olimpiadi di Roma del 2024, definite dalla sindaca “le Olimpiadi del mattone” a cui “è irresponsabile dire di si”.

 

La sindaca ha tenuto a ribadire che il niet alle Olimpiadi è l’indirizzo politico che dovrà comunque essere ratificato dall’assemblea capitolina tramite una mozione – già depositata – per il ritiro ufficiale della candidatura. Una Sala della Protomoteca gremita di giornalisti nella prima, vera, conferenza di Virginia Raggi come sindaca di Roma, accompagnata dal vicesindaco Daniele Frongia. Prima fila riservata a una claque composta da consiglieri 5 Stelle, attivisti e giunta capitolina (sorridente, a centro della sala, Paola Muraro).

 

Un incontro con la stampa scandito dalla proiezione di slide intente a raccontare quando i giochi olimpici – alla stregua di Atene, Sydney, Londra e Rio – siano un cattivo affare per Roma. Una rinuncia cui corrisponderà un lavoro accurato per la riqualificazione di molti impianti sportivi cittadini. Flaminio in primis. Poi il raffronto tra la situazione macroeconomica all’epoca del NO di Mario Monti e l’attuale. “I dati oggi sono ancora peggiori – ha spiegato Raggi – perché ora il PD dice di sì?”. Tra i temi più cari a Virginia Raggi il pericolo delle “colate di cemento in città” e “i debiti delle manifestazioni sportive del passato che stiamo ancora pagando”. (Giacomo Di Stefano)

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