Oscurati 170 siti che vendevano merce falsa

Continua la lotta alla contraffazione online

“Un’attività di intelligence svolta da Indicam ha portato all’identificazione di una rete di oltre 170 siti di vendita di prodotti contraffatti. Borse, scarpe, occhiali, orologi, tutti prodotti di marca che potevano trarre in inganno i consumatori, con danni economici quindi non solo per l’industria. E’ la più grande operazione condotta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) da quando dedica la propria attenzione alla tutela del consumatore in materia di commercio online. Con provvedimento attuato dalla Guardia di Finanza, AGCM ha provveduto a notificare ai Service Provider Italiani di impedire l’accesso a 174 siti di vendita facenti capo a 6 soggetti di nazionalità straniera”.

E’ quanto si legge in una nota dell’Autorità.



“Il tema della contraffazione online – dichiara Mario Peserico, presidente di Indicam, Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione – è centrale nella nostra agenda, come associazione che rappresenta l’industria di marca nella tutela della proprietà intellettuale. Il danno, in questo caso non è, però, solo per le marche ma anche per i consumatori, che sono tratti in inganno date le caratteristiche dei siti di vendita di merci false, come nei casi che, insieme ai nostri associati di IMETRIXBI, abbiamo identificato per poi segnalarli, congiuntamente con ADOC, all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Siamo, come sempre, estremamente grati all’AGCM per tutte le attività messe in atto a tutela dei cittadini in questa difficile battaglia.

Finché, infatti, non sarà previsto di innescare, soprattutto a livello di normative Europee, un meccanismo che preveda la responsabilità degli intermediari della rete internet, non potremo certo affrontare ad armi pari il mercato della contraffazione online. Brand e consumatori sono entrambe vittime, occorre che il problema sia affrontato da tutti gli attori senza che alcuni abbiano uno scarico di responsabilità”. La segnalazione è stata il frutto di un lavoro complesso di intelligence online, compiuta da INDICAM coordinando il proprio bagaglio di esperienza con le conoscenze di IMETRIXBI, società specializzata nella tutela dei brand online e nella analisi dei dati. 



I siti sono stati identificati perché potenzialmente in grado di trarre in inganno il classico consumatore medio. La presentazione grafica, esattamente replicata dai siti originali, la disponibilità apparente di prodotti, il livello di prezzi complessivamente non molto dissimili da un normale outlet e nomi dominio con riferimenti ai brand sono tutti elementi in grado di indurre il cliente a fornire i propri dati di carta di credito per ordinare merce, che successivamente, come succede nella maggior parte di questi casi, o non arriva mai oppure si palesa come evidentemente falsa. A quel punto, però, con un consumatore-vittima non più in grado di rientrare della propria spesa. Il lavoro di intelligence è stato teso anche a classificare i siti e ricostruirne la rete di appartenenza a pochi soggetti individuabili. Questa operazione di AGCM si inserisce nella scia delle altre già condotte dall’Autorità, anche in quel caso sempre su segnalazione di INDICAM e Adoc. Il ruolo di AGCM è stato, anche nel passato, valutato con grande interesse e attenzione a livello EU anche dai partner di INDICAM, che vorrebbero poter replicare nei loro Paesi un modello così efficiente”. 



“La contraffazione è un mercato troppo redditizio, se si pensa che solo nel 2015 si stima un suo valore complessivo a livello mondiale di oltre 1000 miliardi di Euro – prosegue il Presidente Peserico – con una percentuale di vendite al consumatore che nell’online sta crescendo in modo sempre più capillare. I margini che i contraffattori generano dalla vendita di prodotti sono spesso superiori a quelli ottenuti dallo spaccio di stupefacenti. Per questi motivi dietro la contraffazione c’è ormai in maniera preponderante la criminalità organizzata ed è provato come, sempre sfruttando la contraffazione, cellule terroristiche in azione a Parigi nel 2015 abbiano tratto fonte di sostentamento finanziario. Valutiamo con molta attenzione, pertanto, anche le iniziative volontaristiche che mettano insieme gli sforzi di soggetti diversi che si occupano di business online. Ad esempio il coinvolgimento dei provider di pagamento oppure ancora “Carta Italia”, l’accordo da INDICAM firmato con il consorzio dell’ecommerce Netcomm e il Ministero dello Sviluppo Economico, che proprio mira a un dovere di diligenza delle piattaforme online per un controllo preventivo dei prodotti venduti online”. Fonte Omniroma

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