Paola Muraro sotto assedio: intercettata con Buzzi

La magistratura indaga sui rapporti con il titolare della “29 giugno”

L’assessora Paola Muraro è finita sotto assedio. Già dalla settimana scorsa, quando lo scontro con Daniele Fortini – amministratore unico uscente di Ama – era arrivato al culmine, avevano iniziato a circolare dossier relativi ai rapporti tra la Muraro e l’azienda di gestione e smaltimento rifiuti. In particolare, nel ruolo di super-consulente, l’assessora aveva guadagnato oltre un milione di euro tra il 2004 e il 2016. Ma c’è di più: la magistratura, tra le 88.000 pagine del fascicolo sul cosiddetto “mondo di mezzo”, avrebbe inserito anche delle conversazioni tra Paola Muraro e Salvatore Buzzi.

 

Facciamo un passo indietro. Tra il 2004 e il 2016 l’assessora avrebbe ottenuto da Ama, in qualità di consulente, un milione di euro. Calcolatrice alla mano sono circa 85.000 euro all’anno, o, se preferite, 7.000 euro al mese. Una cifra consistente che ha fatto storcere il naso a molti membri dell’opposizione che da tempo chiedono che l’assessora si presenti in Aula per un confronto su eventuali conflitti d’interesse. Ma non basta: tra il 1° gennaio e il 30 giugno la Muraro ha incassato 57.600 euro per una consulenza relativa al Tmb (Trattamento meccanico biologico) di Rocca Cencia. Proprio lo stesso impianto in cui il 25 luglio scorso l’assessora fece il famoso blitz che portò allo strappo definitivo con Fortini.

 

Il ruolo della Muraro a Rocca Cencia? “Attuazione del piano di monitoraggio e controllo relativo all’Autorizzazione integrata ambientale, in particolare monitoraggio del processo svolto e di tutte le attività dell’accettazione di rifiuto, selezione e trattamento dell’impianto di Trattamento di Rocca Cencia”. Un compito di enorme responsabilità. Come mai, allora, durante il blitz la Muraro si mostrò così “sorpresa” dalle condizioni di lavoro dello stabilimento? Inoltre, quando Virginia Raggi, alla vigilia del ballottaggio, annunciò che come assessore all’Ambiente aveva deciso di indicare Paola Muraro, quest’ultima era ancora a libro paga di Ama. Con un possibile conflitto d’interesse.

 

Veniamo alle indagini della Procura. Nelle 88.000 pagine sul “mondo di mezzo” in cui Salvatore Buzzi è tra i principali indagati, si scoprono anche intercettazioni che riguardano il leader della “29 giugno” e Paola Muraro. Secondo gli inquirenti, quest’ultima sarebbe stata uno dei referenti di Buzzi in Ama, e non una semplice consulente esterna. Per questo motivo, è a lei che si rivolge Buzzi in riferimento a una gara d’appalto per la raccolta dei rifiuti, suddivisa in 4 lotti, per un valore complessivo di 21,5 milioni.

 

Il 20 settembre 2013, alle 17.08, secondo i pm “Salvatore Buzzi chiamava Paola Muraro di Ama spa in merito all’appalto cui avrebbe dovuto partecipare anche il consorzio bolognese Cns di cui Buzzi era consigliere di vigilanza. Ma Buzzi aveva anche un interesse diretto: una volta aggiudicatosi l’appalto, la gestione dei servizi sarebbe andata alle sigle del suo circuito. Alle 17.11, cioè tre minuti dopo aver ricevuto le informazioni di suo interesse, Buzzi manda un sms al suo collaboratore Lucci: “Avvisa Bologna richiesta partita ora” e, subito dopo, invia un altro messaggio a uno dei big di Legacoop Lazio, Salvatore Forlenza: “Richiesta partita ora da Ama”.

 

Dai banchi dell’opposizione si levano richieste di dimissioni della Muraro. “Altro che ritirare le deleghe all’assessora all’Ambiente, Paola Muraro, gli urlatori di onestà onestà dovrebbero gridare dimissioni per la loro giunta”. Lo dichiara in una nota Stefano Pedica del Pd. “È evidente che la grillina Muraro rappresenta oggi – aggiunge – dopo quello che hanno scritto i quotidiani, non solo il conflitto di interessi, ma un ruolo importante per gli appalti. La Raggi deve farla dimettere subito. Altro che accanimento come dicono i grillini, dai quotidiani e dalle inchieste la Muraro si occupava di vigilare ma anche di intervenire su questioni importanti. Mi chiedo se l’incarico era di controllare o anche di rappresentare. La trasparenza è una cosa seria, non la si garantisce facendo solo sceneggiate in streaming ma con azioni concrete. Aspettiamo di ascoltare cosa dirà la Virginia capitolina o il direttorio silenzioso e forse imbarazzato fino ad oggi. Credo sia arrivato l’ora di gridare noi del Pd trasparenza e onestà ai grillini che utilizzano il silenzio invece di chiarire. E il silenzio si sa è più grave di una risposta”.

 

A questo punto la questione-Muraro diventa particolarmente stringente per Virginia Raggi. Il Movimento 5 Stelle, a ragione, si è sempre fatto paladino della legalità e ha sempre preteso le dimissioni dei membri di amministrazioni che si fossero in qualche modo trovati “invischiati” in vicende giudiziarie o in casi di conflitto d’interesse. Come si comporterà questa volta il movimento, per la prima volta a capo della Capitale? La cena a casa di Di Battista potrebbe aver avuto anche questo argomento tra i temi in esame. (Marco Scotti)

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014