Domenica 17 marzo Nicola Zingaretti diventera’ ufficialmente il nuovo segretario del Pd. Dopo il largo successo registrato nelle primarie del 3 marzo (circa il 66 per cento dei consensi che lo hanno messo al sicuro da qualsiasi manovra di corridoio) il presidente della Regione Lazio ricevera’ l’investitura a leader dalla maggioranza – se non quasi all’unanimita’ – dai mille componenti l’Assemblea nazionale del partito. Iniziera’ cosi’ un nuovo corso per un Pd “derenzizzato” ed a impronta zingarettiana.
Il “governatore” in varie comparsate televisive ha gia’ annunciato varie novita’, tra le quali, in particolare, l’apertura alla societa’ civile, significata anche dall’abbandono delle sede del Nazareno in favore di una scelta piu’ periferica e con un pianterreno con ampie vetrate dove accogliere i cittadini ed ascoltare le loro proposte. Per Zingaretti, poi, ci sara’ una totale inversione nei rapporti con le altre forze della sinistra italiana, rinunciando al ruolo egemonico del Pd che, nella gestione di Matteo Renzi, aveva creato piu’ contrasti che intese.
Dunque, si riparte con l’intenzione di ricreare un partito piu’ di sinistra che di centrosinistra e con l’obiettivo di riconquistare i tantissimi elettori persi negli ultimi anni in favore dell’astensionismo e del M5S. Un compito difficile, da far tremare i polsi a chiunque, che richiedera’ un impegno totale da parte di Zingaretti, impegnato anche nella amministrazione del Lazio. Il “governatore” ha manifestato piu’ volte la sua intenzione di mantenere la presidenza regionale. Vedremo se ci riuscira’ perche’, se nessuno mette in dubbio le sue capacita’ e la sua volonta’ di portare a termine le sue “missioni”, sara’ molto arduo governare contemporaneamente un partito “rissoso” come il Pd ed una regione, come il Lazio, che presenta molte criticita’ e richiede un impegno forte e continuo.
Intanto, dal fronte renziano, arrivano segnali equivoci. La decisione dell’ex leader di affiancare Ettore Rosato, vicepresidente della Camera ed ex capogruppo dei deputati del Pd, ad Ivan Scalfarotto alla guida dei comitati civici che stanno sorgendo in tutta Italia per sostenere la linea di Renzi, puo’ essere interpretata in due modi; la prima, conciliante, e’ che questa operazione tenda ad affiancare dall’esterno la nuova guida del partito; la seconda, molto preoccupante, che voglia porre le basi di un nuovo partito “lib-lab” per occupare quell’area di centrosinistra lasciata libera da uno spostamento a sinistra del Pd. Saranno gli avvenimenti dei prossimi mesi a dirci quale interpretazione sia quella giusta.
Intanto, per Zingaretti, e’ alle porte un primo esame. Domenica 24 marzo sono infatti in programma le elezioni regionali in Basilicata, in precedenza a guida Pd. Alla luce dei risultati di Abruzzo e Sardegna, dovrebbe proseguire il trend che vede il centrodestra a traino leghista conquistare regioni gia’ governate del centrosinistra, ma forse il nuovo corso zingarettiano potrebbe invertire le sorti di una partita che sembra gia’ decisa.