A Roma e nel Lazio sono giorni molto caldi, non solo sul territorio per le temperature africane, ma anche sulla scena politica, sia per i rapporti molto tesi con la Ue – sulla testa dell’Italia pende minaccioso un avviso di procedura d’infrazione che porterebbe al commissariamento del nostro Paese – sia per il confronto politico tra i partiti di governo e le opposizioni. In particolare, tra queste ultime, c’e’ molta fibrillazione in casa Pd e tra gli “azzurri” di Forza Italia.
Nella formazione di Silvio Berlusconi sono oramai in tanti che chiedono un cambio di rotta ed anche un ricambio della classe dirigente ed in molti sono attratti dalle sirene di Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, che sembra lanciato nell’operazione distacco da FI. Anche alla Pisana, dove il gruppo azzurro conta cinque consiglieri, sono in tre a chiedere un cambiamento.
Nel Pd, invece, Nicola Zingaretti sta portando avanti la sua linea politica di superamento del “renzismo” senza irritare troppo i renziani. Sembra una “quadratura del cerchio”, ma, almeno per ora, il leader democratico e’ riuscito a superare due difficili scogli: quello rappresentato dalla vicenda Lotti (l’ex ministro e strettissimo collaboratore di Matteo Renzi e’ rimasto invischiato nel caso Csm e si e’ “autosospeso” dal partito non senza polemiche) e la nomina della nuova segreteria che segna una decisa svolta a sinistra.
Zingaretti, con la sua indubbia capacita’ di mediazione che gli viene riconosciuta un po’ da tutti, ha preservato, almeno per il momento, l’unita’ del partito. Certo e’ una unita’ che si regge su fragili equilibri, perche’ nelle fila renziane serpeggia molto malumore. Bisognera’ attendere i prossimi 12 e 13 luglio per capire come evolvera’ la situazione. Il 12, infatti, si svolgera’ l’assemblea dei Comitati civici promossi da Renzi (sono circa novecento), mentre il giorno dopo si terra’ l’Assemblea nazionale del Pd.
Un dialogo a distanza tra le due anime del Partito Democratico che potrebbe portare sia ad una tregua interna per combattere unitariamente contro le politiche del governo verde-giallo ed in particolare la Lega “pigliatutto” di Matteo Salvini che ad un inasprimento dei rapporti con possibile l’ennesima scissione a sinistra.
E’ chiaro che Zingaretti, in questi giorni che ci separano dai due appuntamenti di luglio, lavorera’ e si adoperera’ affinche’ sia possibile comporre le divergenze in nome dell’avversario comune da abbattere: quel governo oramai sotto il predominio leghista che – a giudizio dell’intero Pd, ovvero senza distinzione tra renziani ed antirenziani – starebbe portando all’isolamento in sede europea del nostro Paese ed alla sua rovina economica.
Ci riuscira’? Lui ce la sta mettendo tutta, ma certo che molto dipende dalla volonta’ di collaborare degli altri.