Pendolari Roma-Orte: ennesima giornata di passione

Una nuova giornata costellata di guasti e malfunzionamenti: non c'è pace per la linea ferroviaria

“Anche ieri 2 marzo giornata di passione per i pendolari di ritorno a casa dopo una giornata di lavoro/studio trascorsa a Roma, a causa dell’ennesimo un guasto ad un treno sulla linea direttissima a partire dalle 17.40 i treni diretti Firenze-Ancona-Perugia-Viterbo sono dati con ritardi considerevoli. Ciò ha comportato, come da copione ritardi biblici per i RV, se non soppressioni, e dirottamenti su linea convenzionale di treni strapieni con conseguente ingolfamento della stessa, mentre i treni AV continuano ad avere la priorità, maturando nella peggiore delle ipotesi qualche decina di minuti di ritardo”. Così in una nota il Comitato Pendolari Orte.

“Le motivazioni di tali disservizi, a parere dello scrivente Comitato, sono da ricondurre a un sovraccarico del traffico tra Roma Tiburtina e Settebagni nella fascia di punta (17-20). Tale situazione risulta aggravata dall’utilizzo di materiale rotabile ormai obsoleto – si legge nel comunicato – Si chiede quindi di intervenire per una risoluzione definitiva sul potenziamento della linea nel tratto compreso tra le stazioni di Roma Tiburtina e Settebagni e la sostituzione dei treni ormai vetusti. Inoltre, si chiede che, in situazioni di disagio, non siano sempre i RV/IC a dover dare la precedenza all’AV. I pendolari, recandosi ogni giorno a Roma per lavoro/studio, costituiscono il tessuto produttivo di questo paese. Sono stanchi di vedersi sempre calpestati in nome di una logica di agevolazione di chi sborsa più soldi, di chi vive ad alta velocità, venendo relegati a schiavi costretti a viaggiare in condizioni bestiali. Alle Regioni e al Ministero Infrastrutture e Trasporti, chiedono di vigilare e di stipulare contratti di servizio con forti penali per ritardi superiori ai 30 minuti, ristabilendo condizioni paritarie con chi usufruisce dei treni ad AV. Basta essere bistrattati! Basta essere presi in giro! Dignità e pari diritti di mobilità!”.

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