Piove a Roma e la città si blocca. Non è più (purtroppo) una novità, ma un ritornello che è ormai diventato stucchevole. Solo che ieri era anche il primo giorno di scuola e vedere raffiche di incidenti, incolonnamenti, trasporto pubblico in crisi è stato uno spettacolo deprimente. Ha iniziato la metropolitana A, bloccata da “un inconveniente tecnico” che ha costretto a creare mezzi sostitutivi di superficie. Peccato che le precipitazioni abbiano paralizzato il traffico e le navette sono rimaste “intrappolate”.
Tangenziale Est, GRA, Aurelio, Prati, Cassi, Colombo. Sono solo alcuni dei luoghi coinvolti dai disastri della pioggia (non certo monsonica) caduta ieri a Roma. Gli incidenti – che hanno anche coinvolto motorini – sono stati numerosissimi e hanno provocato ulteriori disagi. Nessun ferito grave, per fortuna, ma un problema endemico di viabilità che va risolto nel più breve tempo possibile. Non è pensabile impiegare un’ora a percorrere il tratto di tangenziale che va da San Giovanni allo Stadio Olimpico. Non è giusto che le grandi arterie cittadine sembrino vasi sanguigni di un malato grave di colesterolo: ostruite, intasate, quasi inaccessibili.
L’assessore Meleo propone di realizzare una card – sulla falsariga della famosa Oyster di Londra – che consenta l’accesso ai mezzi pubblici. Senza andare tanto lontano, basterebbe vedere come funziona a Milano, dove i biglietti elettronici sono realtà già da tempo e dove le card sono molto più convenienti che altrove. Certo, Milano è più piccola e più facilmente controllabile e percorribile. Ma il trasporto pubblico romano così malridotto incentiva l’uso dei mezzi privati. E a poco valgono le promesse di nuovi bus, tram e piste ciclabili: a Roma serve la rivoluzione del trasporto pubblico. Ce la faremo? (MS)