Più di diecimila persone visitano l’auto di Falcone alla galleria Sordi

La teca “ Quarto Savona 15” custodisce i resti della Croma blindata su cui viaggiavano gli uomini della scorta del giudice Giovanni Falcone, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo,

L'auto di Falcone
L'auto di Falcone

Passeggiando fra le vie di Berlino, l’artista Lucia Ferrara, spiega come l’Arte sia anche un patrimonio al servizio del ricordo.  “Attraversandola e respirandola, faccio fatica a pensare a tutto ciò che tra queste strade è accaduto ma, tra un silenzioso monumento e l’atro, inattese anche le mie lacrime, scendono a lavare le macchie di tanti orrori sepolti”.  Allo stesso modo, forse, anche la teca “ Quarto Savona 15” che custodisce i resti della Croma blindata su cui viaggiavano gli uomini della scorta del giudice Giovanni Falcone, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, (esposta in questi giorni e fino al 31 gennaio alla Galleria Alberto Sordi di Roma), è anch’essa  un’opera d’arte,  firmata dalla storia. Finora almeno diecimila persone hanno fatto visita a questa esposizione.

Una istallazione, un simbolico “monolite”, affinché la memoria sia sempre l’esigenza etica di non dimenticare, sia come atto di giustizia e di responsabilità verso le vittime, sia come impegno a vigilare perché orrori simili non si ripetano.

“L’auto – per il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti – è il simbolo di uno degli eventi più terribili della storia d’Italia. La Quarto Savona Quindici rappresenta un ammonimento per non dimenticare la strage di Capaci e tutte le vittime innocenti delle mafie. Abbiamo sentito il dovere di organizzare la tappa romana di un viaggio che, grazie a Tina Montinaro e alla Polizia di Stato, percorre le città dell’Italia per affermare che la memoria di uomini straordinari è ancora viva solo se tutti insieme riusciamo a trasformarla in impegno quotidiano contro tutte le mafie”.

La “Quarto Savona Quindici”, nome in codice dell’auto, partita il primo maggio del 2017, grazie all’iniziativa “La memoria in marcia”, sta attraversando l’Italia per poi tornare alla caserma Lungaro di Palermo, dalla quale uscì il 23 maggio del 1992 senza farmi mai ritorno, per saltare in aria a Capaci.  Un vuoto, però, colmato dalla presenza della memoria.

I rottami dell’auto di Falcone, assemblati assieme (vennero ritrovati nel tardo pomeriggio di quel giorno, in un uliveto a diverse centinaia di metri di distanza dal luogo dell’attentato),  sono l’espressione e il testimone, costante e immutabile, di un’opera sacra. E che sia a Palermo o qui nella Galleria Colonna, quell’auto dovrà restare, visibile a tutti, come un monumento. Violato e inviolabile.  La QS15 è l’arte dell’anamnesi perché quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo.

Michele La Porta

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