Polemiche sullo sgombero del cinema Palazzo, Libera: “Un errore”

L’organizzazione fondata da don Ciotti: “L’ex cinema Palazzo è un luogo di cooperazione e bene comune”. Gran parte dei palazzi che sono stati sgomberati non sono riutilizzati

Il corteo per le vie di San Lorenzo a Roma promosso dagli attivisti del Cinema Palazzo

Lo sgombero dell’ex Nuovo Cinema Palazzo a San Lorenzo non piace a Libera. “Riteniamo un grave errore lo sgombero del Nuovo Cinema Palazzo compiuto a Roma. Un luogo sottratto alla speculazione, che la proprieta’ voleva trasformare in un casino’, in questi anni e’ stato animato e aperto alla cittadinanza attraverso attivita’ di solidarieta’ e di impegno culturale gratuite rivolte al quartiere ed alla città”, dice  Giuseppe De Marzo, responsabile politiche sociali di di Libera.

Per l’organizzazione fondata da don Luigi Ciotti, il Palazzo è un “un luogo che attraverso la cooperazione e l’impegno per il bene comune ha contribuito a costruire bellezza e speranza in una citta’ che e’ diventata purtroppo la capitale delle disuguaglianze. Un luogo, il Nuovo Cinema Palazzo, in cui gli attivisti attraverso il loro impegno volontario al servizio dell’interesse generale hanno rappresentato un avamposto di antimafia sociale in una citta’ in cui sono 94 i clan e 100 le piazze dello spaccio”. 

Sono attualmente un’ottantina le occupazioni in tutta Roma. Gli sgomberi più recenti, la scorsa settimana, sono stati quelli appunto dell’ex Nuovo Cinema Palazzo a San Lorenzo, e del locale dell’Ater in via Tuscolana occupato da Forza Nuova.

Preoccupato il consigliere di Demos in Regione Lazio, Paolo Ciani: “Ci arrivano notizie preoccupanti da diversi spazi occupati della citta’ dove vivono famiglie e persone in emergenza abitativa: dipendenti Acea sono andati in questi giorni preannunciando il distacco della fornitura dell’acqua”. A maggio 2019 l’Acea staccò la luce nel palazzo occupato a via di Santa Croce in Gerusalemme, ma dopo pochi giorni intervenne per riattaccarla l’Elemosiniere del Papa il cardinale Konrad Krajewski.

Il fatto è che dopo gli sgomberi, spesso gli edifici che erano occupati non sono stati poi riutilizzati. E’ successo per gli stabili sulla Tiburtina, come il complesso della ex Penicillina, oppure allo stabile dell’ex Angelo Mai a Monti che addirittura dal 2002 aspetta di essere riconvertito ma che giace in totale abbandono.

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