Ponte Milvio, caccia agli sponsor per la palazzina

Gli inquilini della palazzina distrutta il 24 settembre scorso sono alla ricerca di almeno 2,8 milioni di euro. Ma intanto devono pagare le spese di demolizione

La palazzina interessata dal crollo (Foto Omniroma)

Luca Monaco per La Repubblica Roma

 

«Aiutateci a ricostruire le nostre case». Mentre gli operai ” continuano a scavare tra le macerie, a separare i mattoni dal ferro e a recuperare gli oggetti ancora in buono stato, i residenti del palazzo crollato parzialmente il 24 settembre scorso a Ponte Milvio vanno a caccia di sponsor. L’annuncio della sindaca nel corso del consiglio comunale straordinario il 17 novembre ( «Useremo i fondi del terremoto») è stato disatteso, costringendo gli inquilini a muoversi in autonomia.

Già gravate del costo della demolizione eseguita il 9 gennaio scorso, adesso le 10 famiglie sfollate dallo stabile in via della Farnesina 5 si appellano agli imprenditori e i costruttori romani. «Non lasciateci soli – esclamano – finanziateci la ricostruzione anche se non dovesse essere percorribile l’opzione del piano casa», la norma regionale che permetterebbe un aumento della cubatura del 35%: due piani in più, da offrire come contropartita alla ditta costruttrice. Qualche offerta, dalle parti di via della Farnesina, è già arrivata.

Nel quartiere circolano voci sempre più insistenti circa l’interessamento di un grande immobiliarista romano. «È una bufala – taglia corto Fabio D’Andréa, il portavoce degli inquilini – ci piacerebbe che fosse vero, ma non lo è». Dalla fine dell’anno si sono fatti avanti la Confartigianato e due aziende private. «I privati ci hanno presentato due progetti diversi – spiega D’Andrea – una ditta realizza strutture di ultima generazione in legno lamellato X-Lam e la seconda lavora esclusivamente con l’acciaio. Stiamo vagliando le proposte, ma sono tutte legate all’ipotetico aumento delle cubature. Noi vorremmo un aiuto disinteressato».

La spesa per la ricostruzione si aggira intorno ai 2 milioni 800mila euro e i residenti hanno già iniziato a pagare il conto della demolizione: 280mila euro rateizzate fino al marzo prossimo. E non è finita. Perché l’assistenza nei residence fornita dal Comune a 33 persone, compresi i condòmini degli stabili vicini (7E,7C, 3 , scade alla fine del mese. «Ora che il palazzo è stato demolito – chiarisce il presidente del municipio XV, Stefano Simonelli – non può più essere prorogata». Quattro famiglie ex residenti al civico 5 sono in particolare difficoltà economica. «Per questo ci rivolgiamo ancora al Comune – continua D’Andrea – ci aiuti ad accendere un mutuo, nel caso dovessimo essere noi a dover pagare la ricostruzione».

Intanto in via della Farnesina si scava: un cumulo di macerie altro tre metri sommerge il piano terra dell’edificio. All’interno della “zona rossa” gli operai impegnati nella separazione dei materiali hanno creato una piccola “Spoon River” degli oggetti ritrovati: vestiti in buono stato, libri, soprammobili, qualche bottiglia che ha resistito allo schianto.

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