
Chi arriva a Roma pensa che il Giubileo non sia finito. Ci sono infatti ancora i cartelli che indicano il percorso per la Porta Santa. Peccato che le Porte Sante di Roma siano state chiuse a novembre, con la fine dell’Anno santo della Misericordia voluto da Papa Francesco. Di questi cartelli ne abbiamo contati una decina, tra le aree attorno al Vaticano e tutto il primo municipio.
E’ l’ennesimo esempio di una città che fa della sciatteria una sua caratteristica oramai quotidiana. Basta dire che dopo i recenti terremoti che hanno interessato il Centro Italia è tutt’ora chiusa parte della galleria sotto il Gianicolo e la corsia centrale di via della Conciliazione pensato per rendere sicuro l’avvicinamento dei fedeli alla basilica di San Pietro. E’ pure vero però che parte di questo percorso è stato vanificato dalla parziale pedonalizzazione della strada che porta alla basilica.
Poche settimane dalla fine del Giubileo, l’assessore al Bilancio Mazzillo individuò una serie di interventi per la città con i fondi per l’Anno Santo. rimasti dopo la gestione del commissario Tronca. Oltre alla ripavimentazione di parte dei lungotevere, ci sono anche le aree verdi attorno alle basiliche, i bagni pubblici, oppure il rifacimento della via Appia Antica da Porta San Sebastiano. Ma di buona parte di questi interventi non c’è traccia. Il confronto con l’Anno Santo del Duemila appare davvero impietoso.
Insomma, questo Giubileo che cosa ha lasciato alla città di materiale? Un po’ di cartelli per la fantomatica Porta Santa, quello è certo.