Arrivati da tutta Italia, principalmente dalla Campania e dalla Sicilia, circa un centinaio di operatori dei bus turistici con i loro mezzi hanno bloccato piazza della Repubblica a Roma e hanno sfilato in corteo per chiedere sostegno al governo.
“È quasi un anno che non lavoriamo a causa del coronavirus – ha spiegato Luciano Dallara di Uniti per l’Italia -. Sul tutto il territorio nazionale il settore conta circa 7mila aziende, 40 mila autobus e 80 mila dipendenti. A oggi già il 10% di queste imprese ha chiuso o sta chiudendo. Il governo non ha dato sufficienti ristori”.
La protesta è partita poco dopo le nove da piazza della Repubblica, dove i manifestanti hanno lasciato i bus. Parte della viabilità della zona è stata interdetta per permettere al corteo di sfilare su via Cernaia e raggiungere il Mef in via XX settembre. Qui gli operatori hanno protestato con fischietti, bandiere e cartelli su cui si legge: “Senza soldi, senza lavoro e ora anche senza speranze”.
Il settore lamenta di aver ricevuto dallo Stato, a titolo di sostegno per il blocco dell’attività a causa dell’emergenza sanitaria, “solo due mesi di ristoro” a fronte di perdite “che in due anni sono stimabili almeno al 40 per cento sul valore dei mezzi acquistati”, ha raccontato un manifestante al megafono. A oggi “il poco lavoro che si muove nel settore – ha precisato Dallara – è quello relativo al supporto al trasporto pubblico locale nelle città, ma copre non più del 2 per cento su tutto il territorio nazionale. Un lavoro che tra l’altro è mal pagato per le spese che dobbiamo sostenere. Siamo al palo. Chiediamo al governo di prevedere maggiori ristori per il nostro settore”. Più tardi i manifestanti si sposteranno al ministero dei Trasporti