C’è chi dice ‘no’, come Vasco Rossi e come i vari comitati nati per contrastare la liberalizzazione del trasporto pubblico capitolino.
Ma c’è anche chi dice ‘sì’, come il Comitato Pendolari Ferrovia Roma Nord che s’è espresso a favore della messa a gare del trasporto di Roma.
L’11 novembre circa due milioni di romani saranno chiamati alle urne per la consultazione popolare voluta dai Radicali Italiani. Un referendum consultivo, non vincolante, in cui si chiederà ai cittadini dell’urbe se vogliono – o meno – che venga messo a gara il trasporto pubblico di Roma.
Il comitato pendolari della Roma-Viterbo, capitanato da Fabrizio Bonanni, da tempo lotta per avere un servizio dignitoso sulla famosa linea ferroviaria laziale e non ha un’opinione positiva di Atac in quanto gestore della tratta.
Anche per questa ragione, ha deciso di schierarsi per il ‘sì’ sebbene la ferrovia non venga toccata da questo referendum ma da una gara pubblica che dovrebbe aver luogo il prossimo anno.
“Lasciare in mano a Atac il trasporto pubblico significa non dare la possibilità ad altri competitor di migliorare il servizio – dicono dal comitato – non capiamo perché la Capitale d’italia debba ancora avere questo incerto servizio pubblico “di sussistenza”. Memori delle condizioni in cui Atac ha preso le nostre linee e a guardare adesso come le ha ridotte, siamo più che convinti che non ci può essere miglioramento alcuno a lasciare le cose come stanno, anzi potranno solo peggiorare.”
I pendolari ricordano anche come il concordato preventivo di Atac tenga legata la municipalizzata ai suoi creditori perché “per i prossimi due anni qualsiasi incasso da biglietteria servirà a pagare loro, non al miglioramento del servizio che paghiamo tutti. Chi afferma il contrario dice solo bugie”.