Referendum Atac, Magi: M5S? Ha fatto dietrofront

Il segretario dei Radicali Italiani a Radiocolonna: abbiamo spaccato i partiti, ma ora prendano posizione

Emma Bonino e Riccardo Magi durante la presentazione del simbolo delle liste dei Radicali e dei programmi elettorali per le amministrative di Roma e Milano, 1 aprile 2016 a Roma. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

Un dibattito sul referendum Atac che ha spaccato i partiti e che ora – con il voto in vista – li costringerà a prendere posizione. Nel giorno dell’annuncio del successo della raccolta firme dei Radicali per la messa a bando del traporto pubblico romano, il segretario dei Radicali Italiani Riccardo Magi racconta a Radiocolonna il significato politico della sfida referendaria.

“Dal punto di vista politico il referendum Radicale su Atac ha spaccato i partiti e ha creato un vero dibattito interno – spiega Magi – una discussione sui contenuti importante anche a livello nazionale”. Il segretario della formazione radicale vicina a Emma Bonino fa gli esempi di spaccature interne che hanno visto personalità dello stesso partito assumere posizioni differenti. Nel PD romano Giachetti è a favore ma tutti gli altri consiglieri comunali PD sono contrari (altri esempi: Tocci e Causi favorevoli, Morassut e Patanè contrari). In MDP – gli scissionisti del Partito Democratico –D’Attore e Agostini (consigliere regionale laziale) avversano il referendum ma il loro leader Bersani – padre delle liberalizzazioni del Governo Prodi – lo appoggia. Sul fronte del centrodestra, il mondo vicino ad Alfio Marchini e a Raffaele Fitto – con i riferimenti romani rappresentati da Onorato e Cozzoli – concorda con le ragioni referendarie, mentre FDI, con Rampelli, si mostra contrario.

“Ma ora c’è il voto – precisa – e dalla fase delle discussioni interne si dovrà passare a quella di una presa di posizione unitaria”

E il Movimento Cinque Stelle?

“Sui grillini bisogna fare un ragionamento a parte – confida Magi a Radiocolonna – Quando eravamo all’opposizione di Ignazio Marino, il M5S era d’accordo come me sulla necessità di mettere a gara il servizio. Ora ci sono dinamiche clientelari che uniscono il movimento al mondo sindacale e che suggeriscono di dire di ‘no’ al referendum per non intaccare i pacchetti di voti”.

Qualche settimana fa la battagliera sindacalista di Atac Micaela Quintavalle – vicina al M5S – aveva attaccato Radio Radicale, colpevole di ricevere i finanziamenti pubblici.

“Radio Radicale ha una convenzione pubblica, se non la rispetta può subire sanzioni ben definibili – conclude Magi – il contrario di Atac, che ha un contratto di servizio ma un controllore come il Comune di Roma che non lo fa rispettare”.

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