Conosce bene Roma e la “sua” Regione Pierluigi Borghini, che nel 1997 si era persino candidato in alternativa a Rutelli alle amministrative e poi, non eletto, si era impegnato per 4 anni come capogruppo nell’assemblea capitolina. Ma soprattutto, Borghini vive la realtà locale da imprenditore, con il gruppo di famiglia (è ingegnere elettronico e presiede Omicron) e con diverse cariche in associazioni di settore. Forte di questa esperienza, stavolta si presenta con una coalizione sui generis, che appunto accoglie soprattutto professionisti e figure esemplari dall’approccio moderato e centrista: la lista Lorenzin. Borghini è capolista alla Regione Lazio con Jean Léonard Touadi candidato alla Presidenza, contro Zingaretti.
La linea politica morbida, trasversale, è emersa chiaramente ieri sera, nell’ultimo incontro a chiusura della campagna elettorale di Borghini: un dibattito allo Spazio Espositivo Tritone della Fondazione Sorgente Group insieme a Giulio Maira, sempre candidato per la Lista civica popolare di Beatrice Lorenzin ma alla Camera dei Deputati. “Saremo la cerniera tra forze politiche trasversali e non estremiste, che vogliono dialogare su un programma di crescita per la nostra Regione” – ha infatti dichiarato, per poi snocciolare i suoi cavalli di battaglia, vecchi e nuovi e cioè l’impegno per il progetto della fibra ottica “open fiber” che ha portato all’apertura di tanti cantieri, poi la proposta di trasformare alcuni impianti a carbone di vecchia generazione in impianti di energia a partire dai rifiuti. Grazie a questa tecnologia, si potrebbero risparmiare spese di smaltimento che Borghini stima in 140 miliardi di euro circa negli ultimi sette anni.
Da candidato alle Regionali, Borghini porta avanti una serie di progetti di rilancio per le mobilità e per le imprese. Il primo riguarda l’adeguamento delle ferrovie secondarie, che risolve il problema dei collegamenti regionali sfruttando l’investimento già stanziato dal Cipe per 900 milioni di euro.
Poi, sgravare la casa da un carico fiscale eccessivo per consentire all’immobiliare di tornare ad essere considerato un investimento redditizio. Interrogato sul piano paesaggistico, Borghini sottolinea come questo sia uno dei temi “pending” della passata amministrazione: “Prioritario elaborare un piano in grado di tutelare il territorio ma garantirne anche lo sviluppo” – ha commentato.
Una frecciatina contro i precedenti sindaci di Roma non può mancare: “Da Rutelli a Veltroni, i candidati eletti dai cittadini hanno dimostrato di usare l’incarico nella Capitale più per un lancio sulla scena politica nazionale che per fare il bene della città. Ne è la prova il continuo ribattere su temi irrisolti come il risanamento del Tevere e lo sviluppo del porto di Roma”.