Regione Lazio, Cavallari non vota sfiducia, Zingaretti è ‘salvo’. E il centrodestra si divide

Cavallari: no a crisi al buio. Fazzone (FI): inutile, si fortificherebbe la maggioranza. Lombardi: una buffonata

Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti

“Abbiamo già sprecato una settimana di lavoro per questa buffonata rivelatasi una presa in giro per le Istituzioni e cittadini”. Roberta Lombardi, capogruppo 5 Stelle alla Regione Lazio, usa la consueta franchezza per fotografare la situazione alla Pisana. Quella che doveva essere una trappola per Nicola Zingaretti, in queste ore si è sciolta come neve al sole. Infatti uno dei due consiglieri del gruppo Misto che consentono il ‘patto’ indispensabile al percorso della consiliatura, ha annunciato di  non sostenere la mozione di sfiducia del centrodestra che doveva far cadere la Giunta. “Un vero e proprio autogoal – prosegue Lombardi – che, nato dall’intento del centrodestra di stanare le altre opposizioni, tra cui il M5S, ha finito invece col rivelare per l’ennesima volta le loro divisioni interne”.

E’ successo infatti che Enrico Cavallari, uno dei due del Misto ha chiaramente detto: “non voterò la sfiducia a Zingaretti, perché, se realmente si vuole avviare un cammino verso il centrodestra unito, l’unico atto politico credibile è sfiduciare
intanto il Governo nazionale”.  “È impensabile credere che possa esserci un pezzo del centrodestra, il quale attualmente governa il Paese con il M5S, che poi si presenterà unito alle elezioni regionali – spiega Cavallari – La politica dei due forni non è mai stata nella cultura del centrodestra. Finché ci sarà questa anomalia, non è possibile fare altro che pensare esclusivamente al bene dei cittadini laziali”. “Il centrodestra apra un dibattito politico serio, invece di innescare una crisi al buio nella Regione Lazio”.

E’ pertanto inutile proseguire in un vicolo cieco, ha argomentato il coordinatore regionale di Forza Italia, Claudio Fazzone. “Davanti alle parole di Cavallari ci conviene di più fare una battaglia sul bilancio e dare risposte certe ai problemi nei comuni e nelle imprese che a discutere di una mozione che non ha i numeri”. “Lo strumento della sfiducia è serio quando ci sono realmente problemi politici forti e l`opposizione che ha contezza dei numeri decide di fare la sfiducia. E’ inutile andare in aula perché, tra l’altro, si fortificherebbe ulteriormente la maggioranza e creeremmo dei ritorni politici a singoli personaggi che si andrebbero a vendere alla maggioranza”.

E così Zingaretti ottiene, al momento, un risultato politico significativo. La mozione, solo annunciata, ha avuto come effetto quello di dividere il centrodestra, o perlomeno non quello di compattarlo. E’ vero che la maggioranza alla Pisana si regge sull’anatra zoppa scaturita dalle elezioni, come in un complicato puzzle, ma un risultato probabile della manovra sarebbe stato la consegna della regione a un leghista con un prezzo molto alto per Forza Italia. Da qui in avanti si apre la partita per il Governatore candidato alla segreteria del Pd. Ma è ancora prematuro ipotizzare scenari di dimissioni, prima ci sono i congressi, le primarie…

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