La Corte d’Appello di Roma ha proclamato ufficialmente, lunedi’ scorso, Nicola Zingaretti (Pd) presidente della Regione Lazio ma per il confermato “governatore” si annunciano giorni difficili sin dalla prima seduta del Consiglio regionale in attesa di convocazione. Come e’ noto, infatti, il centrosinistra nell’Assemblea della Pisana non raggiunge la maggioranza: puo’ contare solo su 24 consiglieri (25 con il presidente Zingaretti) contro i 26 delle opposizioni.
Per governare, quindi, ci sono solo due strade: 1) navigazione a vista contrattando di volta in volta con le opposizioni o una parte di esse i provvedimenti da portare in aula; 2) contare sulla “benevola” assenza di qualche oppositore al momento delle votazioni e, nel contempo, poter annoverare la compattezza della propria coalizione. Ma prima di pensare a come portare avanti la legislatura regionale Zingaretti dovra’ riuscire a sventare un possibile voto di sfiducia che, dati i numeri sopra menzionati, potrebbe segnare la fine di questa sua seconda avventura da “governatore” prima ancora di iniziare.
Sulla sfiducia si sono gia’ pronunciati i vertici nazionali di Lega e Fratelli d’Italia. Matteo Salvini ha infatti invitato “tutta l’opposizione a un atto di coerenza per fare in modo che la parola torni ai cittadini. Per quanto riguarda la Lega siamo pronti alle dimissioni o a presentare e votare la sfiducia”. Giorgia Meloni, dal canto suo, ha annunciato che “il primo atto del gruppo di Fdi alla Pisana sara’ presentare la mozione di sfiducia al presidente”, il cui testo “verra’ sottoposto prima alla condivisione di tutta la coalizione del centrodestra e successivamente al resto dell’opposizione”.
Zingaretti pero’ spera e confida che i neoeletti consiglieri regionali del centrodestra e del M5S siano restii ad affrontare una nuova campagna elettorale che potrebbe riservare loro amare sorprese quali una mancata rielezione; inoltre c’e’ un bilancio da approvare entro l’estate (attualmente ci troviamo in regime di esercizio provvisorio che scade tra alcuni giorni, il 31 marzo). Ad infondergli fiducia ci sono le prove di disgelo con i 5stelle (e’ recente l’incontro con la sindaca di Roma, la grillina Virginia Raggi) e le parole del suo antagonista del centrodestra nella campagna elettorale, Stefano Parisi, secondo le quali “Zingaretti cadra’ sui temi, sui contenuti, sulla malagestione della sinistra e non per qualche alchimia di Palazzo”.
Appunto queste parole, alle quali fa riscontro, almeno per ora, il silenzio di Forza Italia, inducono Zingaretti a sperare che la consigliatura regionale del Lazio possa iniziare evitando lo scoglio della sfiducia annunciata. Comunque, giovedi’ 22 ci sara’ la proclamazione degli eletti in consiglio e quindi si potra’ procedere alla convocazione dell’Assemblea della Pisana. E dalla prima seduta si capira’ se il cammino del “governatore” potra’ proseguire o interrompersi subito.