Prosegue l’attività di rimozione dei relitti affondati o semiaffondati nelle acque del Tevere da parte della Guardia Costiera. Nel tratto del fiume tra ponte Sant’Angelo e ponte Vittorio Emanuele II, a Roma, oggi le gru della Capitaneria di porto continueranno a lavorare per lo smantellamento di un relitto di 10 metri.
A inizio novembre, invece, la Capitaneria era intervenuta nel tratto di fiume nel Comune di Fiumicino. Troppi infatti i relitti che giacciono nel fiume e che sono un pericolo per la navigazione e la salute delle acque e degli animali che vi abitano. Inoltre, in caso di piene questi rischiano di staccarsi provocando ulteriori danni.
I lavori si sono ora spostati nel tratto urbano capitolino. L’operazione di rimozione di quest’altro relitto, composto di cemento e reti metalliche, si compone di due fasi: una iniziata nell’ottobre 2019 che ha portato, mediante frammentazione, alla rimozione dell’opera morta (parte emersa) dell’unita;’ e la seconda, in atto ora e conclusiva, che comporterà l’intera rimozione dello scafo semisommerso mediante operazioni che si svolgeranno dallo specchio d’acqua con l’ausilio di un pontone dotato di un braccio idraulico, e di sommozzatori professionisti che stanno provvedendo ad assicurare il relitto. Questo poi dovrà essere avviato direttamente allo smaltimento.
Per Legambiente Lazio, “il Tevere, l’Aniene e tutto il reticolo fluviale secondario, poi, va messo in sicurezza con il grande strumento dei contratti di fiume, rinaturalizzando il gli alvei, le sponde e gli ambienti ripariali. È questa la grande sfida che si para davanti alla capitale per i prossimi anni, una trasformazione quanto mai necessaria per contrastare le conseguenze dei mutamenti climatici”. Insomma, il Tevere ha bisogno di maggiori attenzioni da parte delle istituzioni, la navigabilità lungo tutto il suo tratto ad oggi è ancora una chimera.