“Chi ha sbagliato paghi fino all’ultimo centesimo. Il Comune si occupi di fare pulizia. Negli uffici ma anche nelle strade”. Con questo tweet infuocato si è conclusa la giornata di passione tra il premier Renzi e il sindaco Marino. Un 16 giugno che verrà ricordato come il giorno di maggior distanza tra il Campidoglio e Palazzo Chigi. Un cinguettio al fulmicotone che ci si poteva attendere dalla Lista Marchini, dal Movimento 5 Stelle ma non dal maggior partito che sostiene il sindaco, quel PD che all’indomani del secondo atto dell’inchiesta su Mafia Capitale ha urlato all’unisono “piena fiducia” a Marino e alla sua giunta. Parole di fuoco riprese e acuite da una fedelissima del premier come Patrizia Prestipino in un’intervista a Roma Today. Ex assessora al turismo della Provincia, renziana di ferro, la Prestipino ha rincarato la dose dichiarando che “per il bene della città Marino dovrebbe fare un passo indietro. (..) Per farla ripartire serve una classe dirigente dalla straordinaria qualità amministrativa, non solo morale. Quella attuale forse non è in grado di gestire le emergenze che si sta trovando di fronte”. Ma oltre al j’accuse e a violente lotte intestine, il capitolo più delicato resta quello relativo allo scioglimento del Comune. Ieri è arrivata sul tavolo del Prefetto Gabrielli – commissario de facto dell’Anno Santo – anche la relazione degli ispettori mandati in Campidoglio per fare il punto su Mafia Capitale. Da adesso trascorreranno 45 giorni in cui Gabrielli studierà le carte e trarrà le conclusioni. Il dicastero guidato da Angelino Alfano – in base alle valutazioni del prefetto – deciderà poi se proporre o meno lo scioglimento al Consiglio dei Ministri. Giubileo e Mafia Capitale. Due partite cruciali da cui dipenderanno il destino di Marino, la credibilità Renzi e la resa dell’evento – religioso e cittadino – più importante degli ultimi anni. (G.D.S.)
Renzi-Marino, guerra di nervi e tweet all’ombra del Campidoglio
Palazzo Chigi sembra non fidarsi più del sindaco di Roma. Ipotesi voto nel 2016.