Restituire a Roma i cinema chiusi

Sono 42 tra centro e periferia, l'impegno di tre assessori capitolini

Recuperare e rinnovare i cinema chiusi della Capitale, a favore di una vera e propria riqualificazione dei contesti urbani. Questo l’obiettivo della memoria di Giunta sui cinema chiusi approvata lo scorso 20 gennaio e presentata nella Sala Polifunzionale dei Mercati di Traiano agli esercenti dai tre assessore capitolini: Giovanna Marinelli (Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo), Giovanni Caudo (Trasformazione Urbana) e Marta Leonori (Roma Produttiva). Risultano essere 42 i cinema chiusi negli ultimi anni, tra centro storico e periferia, alcuni anche di notevole pregio storico e architettonico. Questo il dato emerso dalla mappatura delle strutture dismesse, che determinano nei quartieri di appartenenza problematiche non solo di degrado ma anche di natura sociale.

 

 

Per questi motivi è stato avviato un tavolo congiunto, tra assessorati, per la predisposizione di un avviso pubblico finalizzato alla presentazione di progetti di riconversione delle sale cinematografiche fondati sulla valorizzazione culturale e sociale, anche attraverso manifestazioni di interesse. Un radicale cambiamento, frutto della sinergia pubblico-privato, che deve assicurare anche un radicamento nel territorio e la valorizzazione delle risorse locali presenti nei Municipi di riferimento. “Questo confronto – ha detto Marinelli – ci permette di costruire un percorso, un’operazione di rigenerazione urbana che, soprattutto nelle zone periferiche, porta un segno forte sul piano culturale, tenendo conto che ci sono molte aree di Roma che hanno come unico presidio cinema chiusi”.

 

 

Le proposte potranno essere presentate dai proprietari delle sale dismesse o da altri operatori economici, culturali e sociali. La selezione verrà effettuata anche in base alla qualità e alla sostenibilità economica e urbanistica. “L’idea – ha spiegato la Leonori – è quella di integrare le diverse funzioni per creare, dove ci sono cinema dismessi anche da diversi anni, degli spazi di aggregazione prevalentemente culturale con attività di supporto come start-up o ‘commercial-culturali’ come una libreria o gallerie d’arte”. La memoria di Giunta “è un modo per fissare delle coordinate di quello che vogliamo fare – ha sottolineato Caudo – attraverso un bando che definisca gli elementi principali. Con questo lavoro l’obiettivo è riattivare questi luoghi mettendo in moto un vero progetto di animazione”. (gc)

 

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