Rifiuti, interi quartieri sommersi

Il ponte del 1° maggio rischia di mettere definitivamente in ginocchio la raccolta di Ama, che non riesce a far fronte alle necessità a causa di Tmb stracolmi

Manuela Pelati per Il Corriere della Sera Roma

 

I sacchi a terra e i cassonetti stracolmi che invadono interi quartieri della capitale dai Parioli a Tor di Quinto, da Primavalle al Tuscolano, sono un sintomo di una macchina, quella della raccolta e dello smaltimento, che funziona a metà. E i motivi sono due: uno è l’operatività dei dipendenti di Ama che nei giorni festivi sono dimezzati, l’altra è la congestione degli impianti Tmb. I camion dell’indifferenziata stanno raccogliendo di meno (e forse anche male) dal momento che quando arrivano agli impianti per conferire l’indifferenziata, trovano difficoltà a scaricare i rifiuti dove ci sono montagne da smaltire di arretrato. Infatti dopo l’ordinanza della sindaca Virginia Raggi del 7 aprile che ha imposto agli impianti Colari di funzionare a pieno regime (nonostante l’interdittiva antimafia), con lo scopo di evitare l’emergenza igienico-sanitaria, le strutture in realtà ancora non funzionano come dovrebbero. Il motivo? La mondezza accumulata precedentemente in più di un mese di semi-fermo per i motivi giudiziari negli impianti Colari. E il risultato è che il flusso quotidiano di smaltimento non raggiunge la metà.

 

Il problema prima ancora di riversarsi sulle strade dove i camion raccolgono di meno, si scarica sugli altri due Tmb di Ama, Rocca Cencia e Salario che sono sotto stress. In quest’ultimo domenica è caduto il controsoffitto del deposito di trasferenza dove il braccio meccanico sta lavorando a venti metri di altezza per il cumulo di rifiuti. «Possiamo solo dire meno male che non si è fatto male nessuno» protesta Maurizio Biferale (Fiadel-Cgil). Dall’incendio del 2015 infatti dei due bracci meccanici ne funziona solo uno con il sistema distanza, mentre l’altro deve essere manovrato a mano. «L’ex assessora Muraro aveva promesso di ripristinarlo ma non è stato fatto». I sindacati oggi faranno un sopralluogo con la responsabile dell’Ambiente, Pinuccia Montanari. «Vogliamo risposte per la sicurezza dei lavoratori». Il Tmb Salario è condannato alla chiusura nel 2019, secondo le promesse della giunta 5 Stelle.

 

«Ma qual è la soluzione alternativa?» chiedono i sindacati. Montanari oggi incontrerà anche i comitati di quartiere che protestano per i miasmi e le malattie e chiedono da anni la chiusura immediata senza condizioni. «Ma il Comune non ha fatto capire che progetto ha per gli impianti», insistono i sindacati. Incertezze sul piano rifiuti sono state espresse anche dal ministro Galletti durante l’Earth Day a Villa Borghese: «È molto vago», ha detto il ministro, che nei prossimi giorni metterà attorno a un tavolo i rappresentanti del Campidoglio con quelli della Regione. Se Roma sarà costretta a usare impianti terzi e continuerà a mandare i rifiuti all’estero sarà sottoposta a sanzioni. A pagarle sarà la Regione, che si potrà rivalere sul Comune che, a sua volta, chiede i soldi al governo. Ma i veri costi – con la Tari – vengono sborsati dai cittadini. E la convivenza di questi giorni di festa con la mondezza continuerà: il 1 maggio, non lavorerà proprio nessuno e giunge pure di lunedì, dopo due giorni di raccolta a metà.

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