Un servizio rimozioni impantanato, letteralmente, nelle buche. E sì, perché già il numero di mezzi è molto limitato: solo dieci in tutta la città, ma da quando si sono aperte voragini in tutta Roma nel fine settimana, ne sono rimasti, disponibili per le rimozioni delle auto in sosta che intralciano, in media solo tre.
Gli altri sette infatti sono stati impegnati nella rimozione di auto che rischiavano di precipitare in voragini o erano su parti di strada che stavano cedendo. Togliere le auto che sono un ostacolo alla circolazione, parcheggiate in modo irregolare su passi carrabili o su spazi per i portatori di handicap, è evento sempre più raro.
“Ad oggi rimuoviamo solo in casi estremi – ci dice un vigile – E’ un servizio che funziona a intermittenza, e, appunto, solo quando ci sono tutti i mezzi dispositivi. In una città di tre milioni di abitanti, con un traffico ipercaotico, è come tappare la falla di una nave con le mani”.
Forse, e ribadiamo forse, a fine anno la situazione potrebbe cambiare in meglio. Ad aprile dovrebbe partire la gara, ma è ancora da decidere quale sarà il modello di servizio. L’importo stimato, di circa 500 mila euro, è già oggetto di una richiesta di variazione di bilancio, che dovrebbe arrivare in Assemblea capitolina a settimane. È questo il quadro, delineato dal Direttore Generale del Campidoglio, Franco Giampaoletti, all’interno del quale per la fine del 2018, intorno a novembre, dovrebbe riprendere il servizio di rimozione auto a Roma, fermo da circa due anni.
Al momento, al vaglio del Campidoglio, ci sono due ipotesi di modello per l’affidamento del servizio e il cui costo di gara stimato è lo stesso. Un primo è quello di “una gara in cui si affidi il servizio a un’impresa, che si viene a creare per dedicare un complesso di mezzi ed uomini alle esigenze del Comune di Roma”, ha spiegato Giampaoletti, nel corso della seduta della commissione capitolina Mobilità, mentre un secondo modello “su cui saremmo i primi in Italia, ma già sperimentato in Europa, è un modello aggregatore, assimilabile a Foodora o My Taxi e quindi la gara, in questo secondo modello, andrà a individuare un soggetto aggregatore che predisponga una struttura di software e possa avere un collegamento con i consorzi operativi – ha aggiunto Giampaoletti – questo secondo modello consente un abbassamento di circa i 2/3 del costo fisso a cui comune deve far fronte, riduce del 40/45% il montante di rimozione necessario per arrivare al breakeven” ovvero la copertura dei costi di investimento. Un dato che “nel primo caso è sulle 45mila rimozioni annue, nel secondo caso è sulle 30mila rimozioni annue”.