La notizia era nell’aria da qualche giorno, ora sarebbe pressoché ufficiale: quest’anno a Roma non si terrà il tradizionale concertone di Capodanno. Già da tempo le voci si rincorrevano: troppi i ritardi nell’organizzazione, la mancanza di nomi definitivi, l’impossibilità di garantire l’adeguata sicurezza dopo l’ennesimo attentato terroristico, questa volta a Berlino. Ma non sarebbero questi gli unici motivi per cui il Circo Massimo, per la prima volta dopo molti anni, non sarà animato dal tradizionale concerto di fine anno. Che cosa è successo?
Per capirlo è necessario fare un salto indietro di qualche tempo. La giunta Raggi, che stava battagliando su molti fronti, tra Ama, Atac, buche e scandali di diverso tipo, non aveva ancora annunciato chi sarebbe stato il protagonista del Concertone. L’ultimo nome, Max Gazzè, aveva deciso di festeggiare in Sardegna dopo gli eccessivi tentennamenti della giunta.
Nel frattempo, l’attentato a Berlino aveva fatto temere per la sicurezza nella Capitale, tanto che uno dei primi incontri del neo ministro degli Interni, Marco Minniti, era stato proprio con Virginia Raggi. Il camion lanciato a folle velocità contro decine di persone inermi aveva fatto temere che l’idea potesse essere “replicabile” anche a Roma, magari proprio l’ultimo dell’anno, causando danni ancora più gravi.
Infine, e sarebbe stato questo il colpo di grazia all’evento, il recente arresto del braccio destro di Virginia Raggi, Raffaele Marra, aveva messo in fuga alcuni sponsor che erano sempre stati sostenitori del Concertone. Quest’anno sembrava, seppur senza nessuna conferma ufficiale, che ad animare il Circo Massimo sarebbe stato un dj set di Violante Placido con la conduzione di Max Giusti.
Ma gli artisti devono ricevere un compenso e l’allestimento del palco e delle strutture non è certo gratis: senza sponsor, un bilancio già in affanno come quello del comune come può sostenere certe spese? Appunto, non può. Ed è per questo che da ieri, all’Assessorato alla Cultura, si è definitivamente preso coscienza del fatto che non ci sarà nessun concerto.
Roma è ormai prostrata, se perfino gli eventi più caratteristici vengono annullati. Dopo le polemiche sull’albero di Natale, definito dai cittadini “brutto”, “triste” e “spoglio”, ora un nuovo, durissimo colpo contro il divertimento dei romani. A cui si deve associare un ulteriore divieto: sarà proibito sparare fuochi d’artificio dal 29 dicembre al 1° gennaio. Se l’ordinanza sia stata realizzata per ascoltare la voce degli animalisti, che da sempre chiedono che vengano vietati perché terrorizzano gli animali, non è dato sapere.
L’ordinanza, infatti, si limita ad asserire che “nel territorio di Roma capitale è disposto il divieto assoluto di usare materiale esplodente, fuochi artificiali, petardi, botti, razzi e altri simili artifici pirotecnici e in genere artifici contenenti miscele detonanti ed esplodenti”, senza fornire ulteriori spiegazioni. E quindi anche i tradizionali fuochi artificiali, ben visibili lungo il Tevere, saranno solo un ricordo.