Roma bocciata dai cittadini per trasporti, strade, rifiuti

Indagine Censis-Confcooperative. La Capitale associata a una cattiva amministrazione, come a Napoli e a Palermo, lontani gli standard del Nord Europa

(Immagine d’archivio)

Città a misura di cittadini? Sembrerebbe proprio di no dal momento che anche Sofia e Bucarest battono Roma, Napoli e Palermo in termini di giudizio dei cittadini su trasporti, pulizia e condizione delle strade. E non va meglio per la casa. È quanto emerge dal focus “Città, la crisi dell’abitare e la mappa dei disagi” promosso da Confcooperative Habitat e realizzato in collaborazione con Censis e Confcooperative. 

Altro che “home sweet home”, un incubo più che un sogno per almeno 1,6 milioni di famiglie in affitto sul mercato in difficoltà a sostenere le sole spese di affitto. Per non parlare dei 60.000 sfratti all’anno, ben 160 al giorno. Non va meglio agli oltre 6 giovani su 10 che, nell’età compresa tra i 18 e i 34 anni, vivono ancora a casa con i genitori. Colpisce che siano addirittura 1 su 2 nella fascia 24 – 35, rispetto a 1 su 10, o poco più, di Germania, Regno Unito e Francia. La crisi inoltre ha ridotto fortemente le capacità reddituali sia degli under sia degli over 35.

Vivibilità: Roma, Napoli e Palermo fanalini di coda in Europa: pulizia, trasporto pubblico e le condizioni di strade ed edifici sono la cause principali del collasso. A Roma solo 9 abitanti su 100 sono soddisfatti della pulizia, a Palermo solo il 7%, nessuno in Europa fa peggio. Il disagio sociale fa il paio con quello economico acuito dalla crisi iniziata nel 2009 e ancora non pienamente superata. E così nell’indagine 2016 sulla percezione della qualità della vita svolta presso i cittadini di un panel di città europee Roma, Napoli e Palermo vengono superate quanto a soddisfazione dei cittadini anche da Sofia e Bucarest.

Gli effetti della crisi sull’abitare: La prima dimensione critica, per molti aspetti la più grave, dell’abitare contemporaneo riguarda la disponibilità e accessibilità stessa del bene casa, in un contesto segnato dalle dinamiche di impoverimento. In questo contesto cresce la quota di affitto tra le famiglie a basso reddito: prima della crisi si attestava sul 36% (poco più di un terzo del totale) oggi è intorno al 44%,

E cresce anche tra i giovani, Dal 2007 al 2017 le famiglie under 35 proprietarie dell’immobile in cui vivono sono scese del 14%, passando dal 74 al 60%, mentre la quota di quelle in affitto è salita dal 25 al 39%. Le famiglie con principale percettore di reddito di età compresa tra i 35 e i 44 anni proprietarie sono invece calate del 9%, passando dal 79 al 70%, nelle stessa fascia di età quelle in affitto sono passate dal 21 al 29%.

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